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Manuela Pelati e Redazione Roma
Le vittime di oggi sono una 83enne a Latina e un 77enne all’ospedale Isola Tiberina, entrambi pazienti con patologie pregresse. A Roma una donna di 77 anni punta all’Infernetto. In Italia 15 vittime
Due nuovi decessi di pazienti positivi al virus West Nile nel Lazio e il primo contagiato a Roma, una donna risultata positiva al virus, primo caso registrato nella Capitale.
In mattinata la Regione aveva dato notizia della sesta vittima, una donna di 83 anni di Pontinia, morta oggi 7 agosto all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.
«La paziente – ha spiegato la Regione – era arrivata in pronto soccorso il 24 luglio scorso. Ricoverata in rianimazione in gravi condizioni per la presenza di pluripatologie concomitanti, è deceduta nel reparto di terapia intensiva. Si tratta del sesto caso di morte per la West Nile accertato nel Lazio».
Poi, nel pomeriggio, il secondo decesso: un uomo di 77 anni, di Velletri, è morto all’ospedale Isola Tiberina a Roma. «Il paziente, con esposizione a Cisterna di Latina – ha precisato la Regione – era sottoposto a dialisi e ricoverato dal 26 luglio: è deceduto nel reparto di terapia intensiva».
Per quanto riguarda invece il primo caso romano, si tratta di una donna di 77 anni «con una possibile esposizione nella zona dell’Infernetto a Roma», spiega la Regione. La donna, con febbre lieve, è ricoverata in un reparto ordinario allo Spallanzani.
Il Lazio è la regione più colpita in Italia per numero di decessi, saliti a sette, insieme alla Campania.
Nel Lazio 106 contagi e 7 decessi
Entrando nel dettaglio delle positività riscontrate, nel Lazio le analisi effettuate dal laboratorio di Virologia dell’istituto Spallanzani, rispetto all’aggiornamento dello scorso 4 agosto, hanno certificato 12 nuovi casi, dei quali 8 con febbre e 4 con sindrome neurologica.
I nuovi casi sono stati rilevati prevalentemente nella provincia di Latina (Aprilia, Cisterna di Latina, Latina, Norma, Pontinia, Sezze e Terracina), oltre alle positività riscontrate nel Municipio X di Roma Capitale e nella provincia di Roma (Lanuvio, Nettuno e Velletri).
Con gli ultimi accertamenti, nel 2025 le conferme diagnostiche di positività di infezione al virus West Nile salgono a 106. In particolare: 98 casi monitorati dalla Asl di Latina; 5 casi monitorati dalla Asl Roma 6; un caso monitorato dalla Asl di Frosinone e dalla Asl Roma 3; un caso registrato fuori regione, nella provincia di Caserta.
Dei 106 casi di positività da virus West Nile 20 pazienti sono ricoverati in reparti ordinari; 20 persone sono state dimesse; 58 pazienti sono in buone condizioni presso il proprio domicilio; un paziente è ricoverato in terapia intensiva. E sono 7 i decessi.
Il tavolo in Campidoglio
Si è tenuta questa mattina in Campidoglio una riunione per fornire il supporto di Roma Capitale al tavolo tecnico sulla West Nile istituito dalla Regione Lazio per coordinare le azioni di prevenzione e controllo del virus.
All’incontro hanno preso parte il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi, l’assessora alle politiche Sociali Barbara Funari, l’Ama, la Polizia Locale e la Protezione Civile di Roma Capitale.
«Roma Capitale – spiega al termine dell’incontro il Comune – ha già avviato a marzo di quest’anno un piano ordinario di interventi per la prevenzione delle malattie trasmesse dagli insetti vettori, in particolare dalla zanzara tigre e dalla zanzara comune, un’attività programmata e che proseguirà fino a ottobre».
«Quella del Campidoglio – continua la nota del Comune – è un’azione preventiva che ha come obiettivo la riduzione della diffusione delle zanzare e che può essere raggiunto soltanto attraverso una sinergia tra i cittadini e le istituzioni, così come previsto anche dall’ordinanza del Sindaco Gualtieri firmata ad aprile 2025 che prevede, tra le altre cose, una serie di azioni rivolte ai cittadini e ai proprietari di immobili utili a limitare il proliferare di questi insetti».
«Roma Capitale, in sinergia con la Regione Lazio, è comunque pronta ad intensificare il proprio piano per ridurre la diffusione delle zanzare con ulteriori interventi su eventuale indicazione delle Asl come previsto dalle norme».
Le vittime
L’1 agosto nella regione si contavano 3 vittime, il 2 agosto si è aggiunta la quarta, una donna di 93 anni di Cisterna di Latina, poi il 4 agosto è deceduto un uomo di 77 anni residente a Latina, portando il totale a cinque vittime nel Lazio (e 11 in tutta Italia). Con i decessi odierni, le vittime salgono a 7.
«Continuano da parte del Comune di Latina – si legge sul sito del comune laziale, il più coinvolto dai contagi – gli interventi ordinari di disinfestazione da insetti vettori di arbovirosi e, in riscontro ai casi di West Nile Virus segnalati dalla Asl, gli interventi straordinari nelle aree presunte di contagio». Il sindaco Matilde Celentano ha spiegato: «Dal 17 luglio al 31 luglio sono stati effettuati 27 interventi mirati di disinfestazione larvicida, e in parte anche adulticida notturna. Ventisette interventi effettuati nei luoghi indicati dalla Asl di Latina, molti dei quali ricadenti nelle zone rurali in cui sono risultati anche equini contagiati».
Prima vittima in Calabria
Prima vittima anche in Calabria, nel Reggino: si tratta di un uomo di circa 80 anni, ricoverato nei giorni scorsi nel reparto di malattie infettive del Gom di Reggio Calabria. Dopo i primi accertamenti gli era stata diagnosticata una encefalite e, dopo esami più approfonditi, è stata accertata la causa della malattia, dovuta a un’infezione da virus West Nile, trasmesso da una puntura della zanzara del tipo Culex: l’anziano, dopo alcuni giorni di ricovero, non ce l’ha fatta e oggi è deceduto risultando così la prima vittima in Calabria.
Il sindaco di Riace, Domenico Lucano, ha intanto ordinato la disinfestazione su tutto il territorio comunale.
In Italia 15 vittime
Nell’ultimo bollettino pubblicato nella giornata di ieri dall’Istituto Superiore di Sanità erano 173, dall’inizio dell’anno i casi confermati di infezione da West Nile Virus nell’uomo (89 nel precedente bollettino) con undici decessi, ora cresciuti.
Tra i casi confermati 72 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (2 Piemonte, 2 Lombardia, 4 Veneto, 1 Friuli-Venezia Giulia, 2 Emilia-Romagna, 37 Lazio, 21 Campania, 1 Basilicata, 1 Sardegna), 14 casi asintomatici identificati in donatori di sangue, 85 casi di febbre, 1 caso asintomatico e 1 caso sintomatico.
I decessi in Italia salgono quindi a 15 (1 in Piemonte, 7 nel Lazio, 6 in Campania e 1 in Calabria). La letalità, calcolata sulle forme neuro-invasive fin ora segnalate, è pari al 15% (nel 2018 20%, nel 2024 14%). «La situazione è monitorata con attenzione da tutte le istituzioni competenti, sia a livello centrale che a livello territoriale. Al momento non emergono particolari segnali di allarme”, sottolinea Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di malattie infettive dell’Iss».
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7 agosto 2025 ( modifica il 7 agosto 2025 | 20:30)
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