A partire da ottobre 2025, per la prima volta i cittadini cechi potranno vaccinarsi contro l’influenza in alcune farmacie durante il weekend. Il ministero della Salute ceco sta lanciando il progetto per valutare se questo modello possa essere esteso a livello nazionale. L’obiettivo è ampliare l’accesso alla prevenzione, soprattutto per le persone che lavorano e hanno difficoltà a recarsi dal medico negli orari tradizionali.
Il progetto coinvolgerà quattro farmacie: due a Praga, una a Brno e una a Ostrava, rispettivamente la seconda e la terza città del Paese per popolazione. Le vaccinazioni saranno disponibili ogni fine settimana e verranno somministrate da un medico – non da un farmacista – in un’apposita sala consulenze, previa firma di un modulo di consenso informato. Il sistema di prenotazione aprirà a settembre, ma saranno accettati anche accessi senza prenotazione, se medico e vaccino saranno disponibili.
Il servizio sarà destinato ai clienti paganti tra i 18 e i 65 anni, al costo standard di mercato. Gli anziani continueranno a ricevere gratuitamente il vaccino tramite l’assicurazione pubblica.
Secondo il portavoce del ministero della Salute, Ondřej Jakob, il progetto ha lo scopo di testare la fattibilità e la domanda del servizio. “Vogliamo capire se la vaccinazione in farmacia sia realistica, in quale forma possa funzionare e quale interesse ci sia da parte del pubblico”, ha dichiarato alla radio ceca.
Dubbi e critiche
Per molti cittadini, l’orario del fine settimana potrebbe rappresentare un’alternativa pratica al dover prendere un permesso di lavoro per recarsi dal medico – una questione rilevante dato l’invecchiamento demografico della popolazione ceca.
Tuttavia, non tutti sono convinti. I medici di base, attualmente principali somministratori del vaccino antinfluenzale, non si dichiarano contrari in linea di principio, ma chiedono condizioni di parità. “Le farmacie devono rispettare le stesse regole dei medici”, ha affermato Jakub Šedivý dell’Associazione ceca dei medici di base, citato da Czech Radio.
Šedivý dubita inoltre che la misura aumenterà la copertura vaccinale: “C’è poca consapevolezza sui benefici del vaccino antinfluenzale. Spesso i pazienti vanno convinti. Non vedo il senso di aprire nuovi punti vaccinali quando abbiamo già una grande capacità inutilizzata”, ha dichiarato, avvertendo che l’iniziativa potrebbe servire più interessi commerciali che la salute pubblica.
Il progetto durerà circa un mese, mentre la valutazione dei risultati proseguirà fino a metà 2026.
La fiducia nei farmacisti
Secondo un recente sondaggio del think tank Ministr zdraví, i cittadini cechi mostrano grande fiducia nei farmacisti e vorrebbero vederli più coinvolti nel sistema sanitario. La stragrande maggioranza sostiene che i farmacisti possano controllare le interazioni tra farmaci, consegnare medicine a domicilio e svolgere test sanitari di base. Più della metà degli intervistati sarebbe favorevole anche ad ampliare le competenze dei farmacisti per includere la somministrazione di vaccini.
“I farmacisti sono professionisti sanitari formati a livello universitario. In 20 Paesi europei, tra cui Francia, Regno Unito e Norvegia, il loro coinvolgimento nella prevenzione – incluse le vaccinazioni – è la norma”, ha affermato l’epidemiologo Petr Smejkal dell’Istituto Ceco di Medicina Clinica e Sperimentale (IKEM), membro del comitato consultivo del think tank.
Secondo Smejkal, la Repubblica Ceca dovrebbe seguire questa tendenza e conferire più competenze alle farmacie.
“In Occidente questo approccio ha chiaramente funzionato, migliorando la salute generale della popolazione attraverso il coinvolgimento delle farmacie nella vaccinazione, nella diagnosi precoce di malattie infettive e in un uso più efficiente delle risorse della medicina di base. Purtroppo, i cechi non hanno ancora questa possibilità, anche se – secondo il nostro sondaggio – la maggior parte la desidererebbe”, ha concluso.
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