“Aveva ragione – ha continuato Shelton – mio padre. Karen mi stava bullizzano. Il modo con cui colpiva di dritto, le,  rasoiate di dritto dagli angoli più impensati del campo, il modo stesso con cui serviva, era come dover arginare un treno merci che ti sta venendo addosso. Impensabile avanzare, scomodo scendere a rete quando la palla ti ritorna addosso ancor più veloce di come l’hai scagliata”.
Nel secondo set gli scambi e i game sono stati mediamente più lunghi, ma di palle break neppure l’ombra fino al 4 pari. Qui Shelton attacca il rivale, gli strappa la battuta a 15, va a servire per pareggiare il conto dei set e si ritrova subito sotto 0-40. E’ la svolta del match. Shelton ritrova la calma, annulla le quattro palle break e poi conquista il set per 6-4.
Nel terzo set le palle break sono miraggi, come pure arrivare ai vantaggi. E allora la decisione è rimandata ai tie-break. Shelton difende con le unghie il prezioso mini break conquistato in avvio, arriva sul 5-2, conquista 4 match point consecutivi e chiude al secondo in trionfo per 7 punti a 3.
Shelton chiude con 16 preziosissimi ace in 17 turni di battuta, 6 doppi falli, il 64% di prime con l’80% di realizzazione: cinque palle break su sei salvate, 2 break messi a segno, 38 vincenti, 45 errori gratuiti.
Per Ben Shelton è il primo Masters 1000 della carriera e il terzo titolo Atp della carriera dopo Tokyo 2023 (vittoria in finale su Aslan Karatsev) e Houston 2024 (successo su Frances Tiafoe).