Ulteriore semplificazione fiscale in arrivo per i contribuenti, che, a partire dal 2026, si vedranno recapitare l’Imu precompilata: un avviso di pagamento già compilato, solo da versare, così come succede per la Tari (la tassa sui rifiuti). L’importo da versare verrà comunicato direttamente agli interessati e non sarà più necessario andare a recuperare le aliquote dal portale del Mef o dal quello del Comune nel quale sono ubicati gli immobili.
All’interno del bollettino che arriverà a casa sarà indicato l’importo da versare e sarà sufficiente effettuare il pagamento. I contribuenti, in questo modo, saranno alleviati dall’onere di effettuare i conteggi e dalla preoccupazione di aver commesso errori.
Ricordiamo che l’Imu è un’imposta che deve essere versata su tutti gli immobili con l’esclusione dell’abitazione principale (o prima casa).
Come si paga l’Imu
Oggi i contribuenti che versano l’Imu devono calcolare in completa autonomia l’ammontare dell’imposta e provvedere a versarla.
Il pagamento può essere effettuato in due rate:
- il 16 giugno, quando si deve pagare l’acconto;
- il 16 dicembre, quando è necessario passare alla cassa per il saldo finale.
Il calcolo dell’importo che deve essere versato deve tenere conto degli immobili che sono stati oggetto della dichiarazione Imu presentata l’anno prima o per i quali l’imposta era già stata versata precedentemente.
Con la prima rata, quella di giugno, è necessario versare il 50% di quanto si è pagato l’anno prima, mentre nella seconda (quella che scade a dicembre) è necessario pagare la differenza tenendo conto delle eventuali nuove aliquote che il Comune ha disposto.
A partire dal 2026 questo meccanismo potrebbe cambiare drasticamente. Il condizionale è d’obbligo, perché sono anni che si parla di Imu precompilata, ma ai fini pratici non si è mai riusciti a realizzare quello che fino a questo momento è solo un’ipotesi.
L’aliquota base per le seconde case è dello 0,86% (modificabile dal Comune)
Immobili di enti pubblici
Immobili di culto e categorie specifiche previste dalla legge
Saldo il 16 dicembre 2025
Possibilità di riduzione con il ravvedimento operoso
Cosa potrebbe cambiare con l’Imu precompilata
Fino a questo momento l’Imu precompilata è stata un’ipotesi astratta. Questa volta sembra che la semplificazione possa diventare una realtà. Il Mef, infatti, ha annunciato di essere al lavoro per implementare la misura.
Sul progetto sono all’opera anche l’Agenzia delle Entrate, la Sogei (partner istituzionale della Pubblica Amministrazione), il Dipartimento per le Finanze, la Ragioneria di Stato e PagoPa.
Grazie all’Imu precompilata si vogliono semplificare ulteriormente gli oneri tributari dei contribuenti, riducendo, allo stesso tempo, i rischi di evasione fiscale.
Come si pagherà
Ma come funzionerà? Dal prossimo anno il contribuente dovrebbe ricevere un avviso di pagamento direttamente dal Comune, un po’ come sta già succedendo adesso per la Tari, ossia la tassa sui rifiuti. A questo punto sarà sufficiente verificare se gli importi che sono stati calcolati sono giusti: potrebbero, infatti, esserci degli errori nella base imponibile.
Dopo aver effettuato questo semplice e banale controllo sarà sufficiente effettuare il versamento, per il quale possono essere utilizzati i bollettini che sono stati inviati direttamente al contribuente.
Stando alle prime indiscrezioni la novità potrebbe entrare in vigore a partire già dal 2026. Il 5 agosto 2025 si è tenuta la prima riunione tecnica alla quale hanno partecipato tutti gli attori coinvolti nella nuova iniziativa.
Chi deve pagare l’Imu precompilata
I soggetti tenuti a versare l’imposta sono sempre gli stessi: i proprietari di casa. Generalmente questo onere non è a carico dell’inquilino, quando l’immobile è dato in affitto, sempre che il contratto di locazione non preveda che il pagamento ricada proprio sul conduttore.
Nel caso in cui l’Imu non dovesse essere versata entro il 16 giugno e il 16 dicembre sono previste delle sanzioni, che crescono proporzionalmente al ritardo con il quale è stato fatto il versamento.