CIESZYN (Polonia) – Un ruggito da T-Rex risuona sul viale del traguardo della quarta tappa del Tour de Pologne. Paul Magnier agguanta la vittoria dominando la volata quasi per distacco su Turner e Teutenberg, grazie ad una potente zampata partita a 150 metri col finale in leggera ascesa. Il tipico arrivo che preferisce il 21enne della Soudal Quick-Step.
La sua esultanza con mani e voce va ad imitare il verso del dinosauro comparso sulle maglie della squadra (oltre che come mascotte il giorno della team presentation) per rendere omaggio ad un prodotto dello sponsor principale. Magnier però è tutt’altro che un dinosauro, lui è uno dei talenti più cristallini del panorama internazionale. Dopo il secondo posto al fotofinish della prima tappa alle spalle di Kooij, il francese voleva rifarsi e sapeva che a Cieszyn c’era l’altra ed unica occasione. Per lui quello odierno è il decimo successo in carriera ed il primo nel WorldTour.
Nel retropalco, Paul Magnier parla della gara e della vittoria con mamma Sabine e papà Laurent
Nel retropalco, Paul Magnier parla della gara e della vittoria con mamma Sabine e papà Laurent
Davanti a mamma e papà
In queste prime tappe, l’arrivo dei pro’ è stato anticipato dal Tour de Pologne Junior, ovvero ragazzini tra gli 11 e 14 anni che corrono accompagnati dai propri genitori. Oggi Paul ha fatto qualcosa di simile davanti a mamma Sabine e papà Laurent.
«Siamo davvero tanto felici – ci dicono nel retro podio con grande cortesia e grandi sorrisi – perché sapevamo che ci teneva a vincere per noi. Siamo arrivati in Polonia lunedì per seguire Paul in tutte le tappe, ma senza assillarlo. E’ anche un’opportunità per noi per viaggiare e vedere una bella gara».
Infatti Paul rimane sorpreso nel vedere la madre nella bolgia dopo lo sprint. La abbraccia e il padre farà altrettanto con lui poco prima di salire sul podio. E’ un piccolo ritrovo di famiglia, loro chiacchierano e gli lasciamo il giusto spazio.
Milesi ci ha riprovato anche nel finale della quarta tappa. La gamba c’è, manca solo il grande risultato
Milesi ci ha riprovato anche nel finale della quarta tappa. La gamba c’è, manca solo il grande risultato
Volata anticipata
Anche il finale della quarta frazione è un piccolo braccio di ferro tra fuggitivi e gruppo. Verso l’arrivo bisogna affrontare per 4 volte un circuito cittadino di poco più di 6 chilometri. Appena ci si entra un Milesi indomabile evade dal gruppo ripiombando su Maciejuk, ultimo della fuga di giornata. Il bergamasco della Movistar vuole completare l’opera sfumata il giorno prima per una discussa neutralizzazione. Si dà i cambi col polacco della Bahrain Victorious e sembrano guadagnare. A 2,3 chilometri dalla fine vengono inghiottiti dal plotone tirato dagli uomini della Ineos-Grenadiers.
Piccolo inciso. Visto che (così si vociferava) l’UCI in mattinata aveva messo sotto indagine la volata di ieri di Turner, che era staccato al momento della neutralizzazione, forse il team inglese vuole conquistare una vittoria indiscutibile.
«E’ stata una tappa dura – spiega Magnier – con salite dure a metà, in cui ho sofferto un po’. Tuttavia ero fiducioso di fare bene perché ho continuato a spingere, poi nel circuito finale ho mantenuto una buona posizione. Questo mi ha permesso di risparmiare energie per lo sprint. Ho sentito di avere grandi gambe. Sono contento di questa vittoria così importante».
Lapeira è uscito indenne dalla grossa caduta della terza tappa e mantiene la maglia gialla di leader della generale
Lapeira è uscito indenne dalla grossa caduta della terza tappa e mantiene la maglia gialla di leader della generale
Caratteristiche e futuro
Paul è nato in Texas a Laredo, città di 270 mila abitanti esattamente sul confine col Messico, tanto da essere divisa in due. Suo padre è un ingegnere, nel 2004 era già negli Stati Uniti come dipendente di una grossa industria e la moglie lo aveva seguito. Ecco spiegata questo luogo di nascita così esotico, ma la famiglia Magnier vive a Grenoble. Terreno e percorsi per affinare le proprie caratteristiche da corridore non mancano. Paul ha un contratto con la squadra fino al 2027 e fino ad allora sarà certamente un pezzo forte della Soudal.
«Non so se sono il futuro della squadra – ci dice in mixed zone – però so che loro credono in me, come io in loro. Sicuramente penso in futuro di poter ottenere buoni risultati in corse che hanno un finale come le grandi classiche. Sono contento che la squadra voglia costruire qualcosa attorno a me dopo che Remco ci lascerà, anche se per le mie caratteristiche cambia poco. Gli obiettivi saranno le classiche e fare il meglio possibile.
«L’anno prossimo saremo tanti velocisti – ci risponde riferendosi all’arrivo di Stuyven e al probabile ingaggio di Dainese nel treno di Merlier – e sarà un po’ come in passato. La Soudal ha già dei velocisti leader ed io credo che spingerò forte per capire i miei limiti, ma sono certo anche che loro mi aiuteranno tanto a crescere in grande gare. E’ difficile dirlo, ma penso che ci aiuteremo l’uno con gli altri per ottenere più vittorie possibile».
Paul firma le nuove maglie della Soudal indossate anche dalla mascotte T-Rex durante la team presentation
Paul firma le nuove maglie della Soudal indossate anche dalla mascotte T-Rex durante la team presentation
Il prossimo Boonen?
Dopo il Pologne, tra le tante corse dovrebbe correre il Deutschland Tour, il Renewi e a Plouay. Paul Magnier intanto vuole diventare un corridore da classiche, lo dice senza problemi, sfruttando le sue doti di passista-veloce o di velocista moderno, se preferite.
«Il mio idolo è sempre stato Tom Boonen – conclude con un sorriso – e magari potessi fare anche solo una parte della sua carriera. Ora però penso a migliorare step by step e divertirmi correndo. Non penso che correrò l’europeo in Ardeche perché forse è troppo duro per me e non ne ho parlato col nostro cittì. Ho altri programmi per il resto della stagione e l’obiettivo resta sempre quello di conquistare altre vittorie».
La quinta tappa del Tour de Pologne sarà quella più lunga. Una cavalcata di 206 chilometri con partenza da Katowice ed arrivo a Zakopane. E’ una frazione che potrebbe vedere arrivare la fuga, ma che dovrebbe smuovere la generale, sempre comandata da Lapeira (uscito indenne dalla grande caduta di ieri). Le salite lunghe non mancano e a 10 chilometri dalla fine si scollina oltre i 1.100 metri. Potrebbe essere un trampolino di lancio per qualche attaccante.