Oltre 6mila chilometri per portare in giro per l’Italia il messaggio di AVIS e promuovere uno stile di vita sempre più proiettato verso la mobilità sostenibile. Si concluderà domenica 10 agosto, con il rientro nella sua Charvensod, un piccolo comune a due passi da Aosta, il tour in bicicletta di Daniele Vallet, il donatore e volontario avisino partito lo scorso 21 marzo per dare vita a questo progetto.

Appassionato delle due ruote, Daniele tra i suoi innumerevoli interessi ha quello della sostenibilità, soprattutto legata ai trasporti: «Già prima di iniziare questo giro, quando mi trovavo in ufficio avevo cominciato a sensibilizzare lo staff promuovendo quello che ho chiamato “Bike to work”. Si tratta di un nuovo approccio agli spostamenti, finalizzato a prediligere l’uso della bicicletta piuttosto che dell’auto o di altri veicoli a motore. Con un obiettivo molto semplice: ridurre il traffico su strada e contribuire a una maggiore attenzione all’ambiente che ci circonda». Ma non solo.

Città dopo città, regione dopo regione, i quattro mesi e mezzo che lo hanno tenuto lontano da casa sono serviti per far capire a Daniele un’altra necessità primaria: aumentare la consapevolezza quando si è in strada e accrescere la cultura del rispetto proprio nei confronti dei ciclisti. «Utilizzare mezzi alternativi per muoversi significa anche tutelare noi amanti della bicicletta. Non perché ci riteniamo più importanti degli altri, ma semplicemente perché la strada è di tutti. La tragedia capitata nei giorni scorsi ad Andria, che ha visto tre volontari di AVIS morire durante una passeggiata in bicicletta, è un qualcosa che non può e non deve accadere in un Paese come il nostro. Dovremmo prendere esempio dalle città del Nord Europa».

Ma come è andato questo viaggio? Daniele ce lo ha raccontato di persona, visto che prima di fare ritorno alla base ha deciso di fare tappa nella nostra sede Nazionale di Milano. Qui, incontrando lo staff di AVIS, ha condiviso sensazioni, emozioni, esperienze di un’avventura incredibile. Ha ancora gli occhi che gli brillano quando ci spiega che «il tour sarebbe dovuto durare tre mesi, ma dopo tre mesi ero ancora a Palermo». E proprio alla Sicilia e alle regioni del Sud Italia, sono legati i ricordi più belli di questo viaggio: «Lungo il percorso ho avuto la fortuna e il privilegio di incontrare tanti volontari avisini – racconta – alcuni appassionati di bicicletta come me mi hanno anche accompagnato lungo qualche tappa, altre sedi addirittura mi hanno ospitato. Ma il modo in cui sono stato accolto in Sicilia prima e in Calabria poi me lo porterò sempre nel cuore. Venendo dal profondo Nord ero abituato a un’attenzione al donatore e ai volontari in generale molto educata, ma senza esagerazione. Lì è completamente diverso: dall’abbondanza della colazione al calore delle persone, è impossibile non venire coinvolti e travolti da un affetto straordinario e totalmente inaspettato. Persino il momento della donazione diventa un’occasione di convivialità per stare tutti insieme e vivere l’importanza di fare qualcosa per gli altri e di essere una comunità coesa. E poi i panorami mozzafiato, dal mare cristallino al fascino della Sila. Insomma, grazie davvero perché non dimenticherò mai tutto questo».

Ora il rientro a casa per Daniele coinciderà con una serie di appuntamenti, primo tra tutti la stesura di un libro che racconti passo passo questo bellissimo viaggio e poi, sempre nell’ottica della promozione di stili di vita sani «inizierò un ciclo di incontri dedicati al digiuno intermittente, una filosofia di cui sono appassionato e che voglio condividere con altre persone. Già da metà ottobre dovrebbero cominciare i primi corsi, quindi di progetti in cantiere ce ne sono già molti».

E un ringraziamento a Daniele per quanto fatto lo ha voluto mandare anche la vice presidente di AVIS Nazionale, Ingrid Bredy, ex presidente di AVIS Regionale Valle d’Aosta quando venne avviato il progetto: «Sono molto felice della buona riuscita di questa iniziativa – spiega – e, come valdostana, molto orgogliosa perché è stato straordinario, per un territorio piccolo come il nostro, poter fare qualcosa di così grande in giro per il Paese. È stato un modo anche per promuovere il nome della nostra regione. Daniele, con il suo entusiasmo e la sua forza, ha portato un messaggio potentissimo di solidarietà e condivisione, oltre al pensiero verso tematiche strategiche legate alla sostenibilità che nessuno di noi può ignorare. Mi auguro che anche in futuro si possa ripetere perché la conoscenza di AVIS e dell’impegno di noi donatori passa anche da iniziative di questo tipo».

Qui di seguito una carrellata delle immagini più significative dell’esperienza di Daniele.