di
Alessio Ribaudo

Il ministro dei Trasporti Salvini: «Ora valutare i dati. Stiamo ragionando su come rivedere gli esami dopo determinati limiti d’età». Medici e associazioni: «il problema esiste». Le richieste alla polizia locale: «Con papà, che faccio?»

L’ultima tragedia è stata sfiorata mercoledì scorso sull’A32 Torino–Bardonecchia. Un uomo di 77 anni ha imboccato l’autostrada, ha fatto inversione a U e ha percorso centinaia di metri contromano in corsia di sorpasso, rischiando la strage. A bloccarlo è stato un turista francese che gli si è piazzato davanti, rallentandolo fino all’arrivo della Stradale che gli ha ritirato la patente e sequestrato l’auto. Non è un caso isolato. Da gennaio l’Osservatorio Asaps–Sapidata ha registrato 61 episodi di guida contromano: 109 feriti e 11 vittime. Otto gli scontri mortali e, in cinque casi, guidava un over 65.

Numeri che riaccendono il dibattito sui rinnovi di patente per i più anziani. Il Codice della strada prevede visite ogni dieci anni fino ai 50 anni, ogni cinque fino ai 70, ogni tre fino agli 80 e ogni due oltre. I controlli si fanno da un medico monocratico che valuta vista, udito, movimento. In caso di patologie sospette si viene rinviati a una Commissione medica locale, che può rinnovare, revocare o imporre limiti, come il divieto di guida in autostrada o di notte.



















































«Stiamo ragionando su come eventualmente rivedere gli esami di rinnovo della patente dopo certi limiti di età», ha detto a Rtl102.5 ieri il ministro Matteo Salvini. «Prima serve una riflessione sui dati, non sulle impressioni».
Nei giorni scorsi Anthony Barbagallo, capogruppo Pd alla Camera in Commissione Trasporti, aveva attaccato: «Nel nuovo Codice avevamo proposto controlli sanitari più stringenti per gli over 80, ma la maggioranza ha bocciato tutto e ora si accorgono del problema?». Assoutenti, sottolinea: «La libertà di circolazione è un diritto costituzionale, i controlli vanno fatti su valutazioni medico-funzionali, non sull’età».
 
«Il problema esiste», spiega il neurologo cognitivo Giuseppe Zappalà, pioniere degli studi di traumi cranici dovuti a scontri stradali. «Dopo i 75 anni entrano in gioco fattori cognitivi: malattie, perdita di orientamento e della memoria recente. Alcuni conservano quella “procedurale”, sanno ancora guidare, ma non sono più in grado di affrontare il traffico. E se sbagliano, non riescono a correggersi. Ai rinnovi servirebbe una commissione medica interdisciplinare e dei test cognitivi».
 
Sulla stessa linea Alfredo Boenzi, segretario nazionale di Unasca, che associa tremila autoscuole: «È contro gli interessi della mia categoria, ma vanno ripristinate le commissioni mediche territoriali che prima verificavano lo stato di salute degli anziani anche con esami strumentali. Poi sono state abolite, come il successivo certificato anamnestico». Poi Boenzi aggiunge: «Un ottantenne ha ottenuto la patente negli anni Sessanta, ma da allora quanti regole o cartelli sono cambiati? Dal 2012 chiediamo che siano previsti ogni cinque anni dei corsi obbligatori di aggiornamento».

Duro anche Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona e referente Anci in Viabilità Italia: «Ricevo lettere dai figli che mi chiedono di revocare la patente ai genitori ottuagenari, ma abbiamo le mani legate. La soluzione? È già nei decreti delegati della riforma del Codice che prevedono simulatori di guida, test uditivi strumentali e nuove commissioni tecniche. Il governo ha tempo fino al 13 dicembre per adottarli. Mancano solo quattro mesi».

Ma gli errori non sono commessi solo da anziani. «Gli episodi di contromano riguardano pure persone ubriache, drogate o spaesate», chiarisce Santo Puccia, direttore della Polizia stradale. «E nelle statistiche non entrano i tanti casi in cui interveniamo, evitando tragedie — prosegue Puccia —. Servono al più presto infrastrutture intelligenti, già in fase di sperimentazione: dalla segnaletica evoluta ai sensori che ci allertano direttamente sino a dispositivi nelle auto che danno impulsi visivi e fisici al guidatore per avvertirlo del pericolo. Serve poi più rispetto per la distanza di sicurezza e l’uso corretto delle corsie, anche quelle di emergenza».

Il presidente di Assosegnaletica, Valerio Casotti, conferma: «È fondamentale la progettazione accurata dei segnali stradali, la manutenzione predittiva e l’adozione di buone pratiche europee che hanno già dimostrato di poter ridurre i contromano e gli scontri: non solo quelli con protagonisti anziani».

8 agosto 2025