La formula gomme secondo James Allison
Quella attuale doveva essere la generazione di macchine in grado di seguirsi molto più facilmente da vicino e quindi quella che avrebbe esaltato le lotte ruota a ruota tra piloti. Invece si è in breve tempo trasformata in una formula gomme, dove l’aspetto più importante per tutti è riuscire a far funzionare le Pirelli nella giusta finestra di temperatura. Non a caso, anche la dominante McLaren del 2025 eccelle proprio in questo fondamentale, al punto da volare soprattutto quando fa tanto caldo, proprio mentre gli avversari annaspano surriscaldando le mescole. Un aspetto, questo, che ha messo in crisi anche ingegneri esperti e super vincenti come il direttore tecnico della Mercedes, James Allison.
Parla il direttore tecnico Mercedes
Il 57enne ex progettista Ferrari, passato a Brackley nel 2017 mettendo la propria firma su alcune delle macchine più vincenti della storia delle corse, ha infatti concesso un’intervista alla rivista tedesca Auto Motor und Sport, confermando quando il rebus gomme sia stato il rompicapo più complesso da risolvere in questi anni di Formula 1 a effetto suolo: “Ci troviamo un po’ in una sorta di effetto yo-yo, perché delle volte vinciamo le gare per nostri meriti, ma in altri weekend abbiamo delle brutte prestazioni come è successo in Austria e in Gran Bretagna. E non bisogna essere dei grandi esperti per capire che questo è un campionato del mondo che riguarda soprattutto quelli che sanno controllare al meglio le temperature delle gomme. E sicuramente non siamo noi”.
“Due fattori stanno convergendo – ha poi aggiunto il direttore tecnico Mercedes, James Allison – a rendere ancora più difficile rispetto al passato la situazione. Il primo è il preriscaldamento limitato delle gomme pneumatici che, in combinazione con le macchine a effetto suolo, che sollecitano molto di più le mescole nelle curve ad alta velocità producendo uno stress termico maggiore. Le regole ci impediscono però di capire al meglio gli pneumatici. Non ci è quasi permesso testarli e l’unico modo per comprenderne il comportamento in modo empirico è nei weekend di gara. Ma ci sono molte altre cose da fare”.