Sean Combs, in arte Puff Daddy, detto Diddy, rimarrà in carcere in attesa della sentenza per reati legati alla prostituzione. Lo ha stabilito, ieri, il giudice distrettuale statunitense Arun Subramanian che ha respinto la sua richiesta di essere rilasciato.
Puff Daddy lo scorso luglio è stato condannato da una giuria per traffico di persone a scopo di prostituzione. Da allora la difesa si è messa al lavoro per ottenere l’annullamento della condanna, un nuovo processo o la scarcerazione su cauzione in vista della sentenza, che verrà emessa il prossimo 3 ottobre. Tutte iniziative alle quali la procura si è fermamente opposta, un po’ come successo in vista del processo, quando sono stati rifiutati anche i 50 milioni di dollari offerti dal rapper e producer statunitense. Niente da fare, «Combs è pericoloso e a rischio di fuga» fanno sapere dal tribunale, per cui resta in carcere.
Questa è la quinta volta che a Combs, 55 anni, viene negato il rilascio dal Brooklyn Metropolitan Detention Center, dove è detenuto dal suo arresto nel settembre 2024.
Nei documenti del tribunale, il giudice Arun Subramanian ha scritto che si deve «accertare con prove chiare e convincenti che la persona non è in grado di fuggire o di rappresentare un pericolo per la sicurezza di altre persone o della comunità se rilasciata» e che Combs rappresenta un rischio di «fuga o pericolo».
Il giudice ha chiarito che per ottenere il rilascio di Combs, servirebbero «ragioni eccezionali» che giustificano il rilascio laddove fosse indiscusso che l’imputato non rappresentasse alcun rischio di fuga o pericolo, e laddove “circostanze uniche” consigliassero il rilascio, tra cui l’età avanzata dell’imputato e le gravi condizioni mediche che richiedono cure che l’MDC potrebbe non essere in grado di fornire». Il giudice Subramanian ha concluso che Combs «non riesce a dimostrare il diritto al rilascio».
La sentenza arriva pochi giorni dopo che l’ex fidanzata di Combs, Virginia “Gina” Huynh, definita “Vittima-3” agli atti del processo, ha scritto una lettera a un giudice di New York chiedendone il rilascio su cauzione. Nel processo, in realtà Gina, nonostante sia stata citata molte volte, non si è mai presentata. Però si è fatta viva con una lettera nella quale si spende per la difesa del suo ex fidanzato.
Viginia Huynh, ha affermato che Combs è un «uomo di famiglia» impegnato a diventare «una persona migliore e a rimediare al danno che ha causato». «Per quanto ne so, non è violento da molti anni e si è impegnato a essere prima di tutto un padre», si legge nella lettera. «Scrivo perché non considero il signor Combs un pericolo per me o per la comunità».
La denuncia faceva parte dell’ultimo tentativo della difesa di rilasciare Combs, questa volta dietro pagamento di una cauzione di 50 milioni di dollari, dopo che era stato assolto dalle accuse di traffico sessuale e associazione a delinquere, ma riconosciuto colpevole di reati legati alla prostituzione ai sensi del Mann Act, che prevede una pena massima di 10 anni.
Nell’ordinanza di lunedì, il tribunale ha sottolineato l’esistenza di numerose prove che dimostrano come Combs abbia aggredito due ex fidanzate di lunga data, indicando tra l’altro la sua inclinazione alla violenza, alla coercizione e alla sottomissione. Ha affermato che il magnate del rap deve presentare circostanze eccezionali che ne richiedano l’immediato rilascio.
Il giudice ha anche respinto le argomentazioni secondo cui a Combs dovrebbe essere consentito di attendere la sentenza a casa a causa delle condizioni pericolose del Metropolitan Detention Center.