Sempre più all’attacco l’amministrazione repubblicana guidata da Donald Trump. Dopo settimane dominate dalle polemiche sui file Epstein che hanno incrinato il supporto della base Maga, il presidente Usa sembra aver ripreso l’iniziativa su più fronti. Da quello internazionale, con prese di posizione sui conflitti caldi in Ucraina e nella Striscia di Gaza e mediazioni per la pace – oggi il tycoon ospiterà alla Casa Bianca l’incontro tra i leader di Azerbaijan e Armenia, due Paesi dalle relazioni non facili – a quello domestico in materia di law and order. Ed è proprio in quest’ultimo campo che, come riporta il New York Times, il miliardario avrebbe deciso di lanciare un’iniziativa contro i cartelli della droga, con risvolti in politica estera, destinata a fare discutere.

Stando infatti a quanto rivelato da fonti anonime al quotidiano Usa, The Donald avrebbe firmato una direttiva segreta che ordina al Pentagono di adoperare la forza militare contro i gruppi criminali latinoamericani inseriti dalla sua amministrazione nella lista delle organizzazioni terroristiche. La decisione di coinvolgere l’esercito americano, sottolinea il New York Times, è il passo più aggressivo compiuto finora da Washington nella campagna contro i cartelli che alimentano il traffico di fentanyl e di altre droghe.

La mossa di Trump era stata anticipata in parte nel discorso d’insediamento pronunciato dal leader statunitense il 20 gennaio scorso. Subito dopo il presidente aveva firmato un ordine diretto al dipartimento di Stato per la classificazione come organizzazioni terroristiche straniere dei cartelli della droga, tra cui Tren de Aragua e MS-13, sostenendo che essi costituiscono “una minaccia alla sicurezza nazionale che va oltre quella rappresentata dalla criminalità organizzata tradizionale”. Negli scorsi mesi inoltre la Guardia Nazionale e vari militari sono stati schierati al confine sud-occidentale per bloccare l’ingresso di stupefacenti e di immigrati. Il governo degli Stati Uniti ha poi appena annunciato che raddoppierà la ricompensa a 50 milioni di dollari per informazioni che permettano l’arresto del presidente del Venezuela Nicolás Maduro, incriminato per traffico di droga e ritenuto essere a capo del Cartel de los Soles.

La direttiva segreta siglata da Trump dovrebbe fornire una base ufficiale per condurre operazioni militati in mare e su suolo straniero contro le organizzazioni criminali e i funzionari del Pentagono avrebbero già iniziato ad elaborare piani su come l’esercito potrebbe dare la caccia ai cartelli. Sullo sfondo già si stagliano però dubbi sulla legalità di operazioni che potrebbero portare le forze Usa ad agire al di fuori di un conflitto armato autorizzato dal Congresso e a neutralizzare civili che non rappresentano una minaccia imminente. Al momento non è chiaro se gli avvocati della Casa Bianca, del dipartimento della Difesa del dipartimento di Stato e del dipartimento della Giustizia abbiano presentato all’amministrazione un parere sulle questioni legali sollevate dall’iniziativa del tycoon.

Dopo le rivelazioni del New York Times, la portavoce della Casa Bianca, Anna Kelly, ha dichiarato che “la priorità principale del presidente Trump è proteggere la patria ed è per questo che ha preso la coraggiosa decisione di designare diversi cartelli e bande come organizzazioni terroristiche straniere”. Intanto, il presidente messicano Claudia Sheinbaum ha commentato le ultime indiscrezioni affermando che non ci sarà “alcuna invasione del Messico”. “Siamo stati informati che questo ordine esecutivo era in arrivo e che non aveva nulla a che fare con la partecipazione di personale militare … sul nostro territorio”, ha precisato Sheinbaum.

Ad aprile Trump ha proposto alla leader del Paese confinante di consentire all’esercito Usa di combattere i narcos in territorio messicano. Un’idea che già allora la presidenta aveva rispedito al mittente ma su cui Trump sembra non avere intenzione di fare retromarcia.