Nel finale di Indiana Jones e l’Ultima Crociata, il celebre archeologo affronta una delle sue missioni più importanti: salvare il padre Henry e proteggere il Santo Graal dai nazisti. Dopo una lunga corsa contro il tempo e trappole mortali, Indiana riesce a raggiungere il leggendario calice nel cuore di un tempio nei pressi di Alessandretta.

Giunto alla stanza del Graal dopo aver superato numerose prove, Indy è seguito da Donovan e dalla dottoressa Elsa Schneider, che si rivela in realtà un’agente nazista. È proprio Elsa a consegnare a Donovan una coppa dorata, che si rivela però sbagliata: l’uomo, dopo aver bevuto, invecchia e muore in pochi secondi. Indiana, invece, sceglie con umiltà la coppa di un carpentiere, guarendo miracolosamente il padre ferito.

Il vero dramma arriva quando Elsa tenta di portare via il Graal dal tempio, ignorando l’avvertimento del cavaliere che lo custodisce: il gesto scatena un terremoto che distrugge la sala e la inghiotte. Indiana, a sua volta, rischia di cadere per cercare di recuperare la coppa, ma viene fermato dalle parole del padre: “Lascia perdere, Indy”. Solo allora il personaggio di Harrison Ford comprende che il vero significato della ricerca non era il potere, ma la fede e la riconciliazione. Il film si chiude con Indiana, Henry, Marcus e Sallah che cavalcano insieme verso il tramonto: un finale poetico e simbolico, perfetto congedo per l’archeologo più iconico del cinema. Noi, comunque, vi abbiamo indicato 5 cose che non hanno senso nei film di Indiana Jones.