Un’artista unica, che già si muove tra talento e leggenda malgrado abbia ancora moltissimi anni di fronte a sé. E Gianna Nannini, ancora una volta, ha dimostrato di camminare — o meglio, correre — proprio lungo quella linea. Durante il concerto del 21 luglio al Rheingau Musik Festival di Wiesbaden, la rocker senese ha vissuto un imprevisto che avrebbe potuto segnare una battuta d’arresto nella sua tournée europea. In piena esibizione, con l’adrenalina alle stelle e la folla tedesca in delirio, l’artista di Sei nell’anima ha riportato una frattura al radio dopo aver urtato violentemente il braccio sul palco.

Cos’è successo a Gianna Nannini

Un infortunio serio, per chiunque. Ma non per lei. Non per una donna che da oltre quarant’anni canta, salta, lotta e resiste a ogni difficoltà. Il responso medico è stato chiaro ed è arrivato dopo il grande spavento provato sul palco: braccio fratturato, tutore obbligatorio e niente movimenti bruschi per non compromettere la ripresa. Per molti artisti, sarebbe stato il segnale per prendersi una pausa, o almeno rallentare, forse rimandare qualche tappa. Per Gianna Nannini, invece, è solo un altro ostacolo da superare e ha deciso di non farne un dramma.

Non è la prima volta che la cantante si trova a fare i conti con un infortunio sul palco. Anni fa, si era già esibita con una gamba ingessata, rifiutandosi di deludere il pubblico e conducendo il concerto seduta su un trono. Un atteggiamento che racconta molto più della semplice dedizione professionale: è una filosofia di vita, che la tiene letteralmente incollata a quel pubblico che la segue fin dall’inizio della sua carriera. Il palco, per Nannini, non è solo un lavoro. È un atto d’amore verso chi ha scelto di supportarla, anche quando si trova all’estero.

Le prossime tappe del tour

Il Sei nell’anima – Festival European Leg 2025 prosegue dunque senza interruzioni. Le tappe tedesche — tra Regensburg, Weimar e Freiburg — hanno registrato il tutto esaurito. Ora il tour si sposta in Italia e in Svizzera, attraversando paesaggi e platee diversissime, ma unite da un denominatore comune: l’attesa di una voce che non si piega e non si spegne, neppure davanti al dolore fisico. Da Lanciano a Palermo, fino al doppio appuntamento conclusivo alla Reggia di Caserta e all’Arena di Verona (già sold out), ogni concerto sarà condotto con la stessa passione.

Il tutore al braccio diventa così simbolo e segno distintivo di questa fase del tour. Un dettaglio visibile, sì, ma che nulla toglie all’intensità dello spettacolo. La fisicità prorompente di Gianna Nannini, momentaneamente limitata, lascia ancora più spazio alla sua voce — roca, potente e sempre più riconoscibile — e a una presenza scenica che non ha bisogno di effetti speciale per farsi notare.

La sua è una vera prova di resistenza, mai ostentata, che parla soprattutto alle donne. A chi si è sentita dire di rallentare, di fermarsi e di non sognare più. Gianna continua invece a salire sul palco, ferita ma fiera, a cantare con ancora più convinzione. Perché nel suo rock c’è anche questo: la voglia di non arrendersi mai.