Sono anni difficili per Yamaha e Honda in MotoGP, i risultati parlano chiaro. Per cercare di aiutarle sono state istituite delle concessioni che stanno dando una mano a ridurre il gap rispetto a una Ducati dominante e ancora lontana. Le due case giapponesi stanno facendo grandi sforzi, apportando cambiamenti radicali all’interno dei propri reparti corse, però serve tempo per arrivare ai risultati sperati.
Forse, il nuovo regolamento tecnico che entrerà in vigore nel 2027 darà loro l’occasione per tornare davanti. Vedremo se sapranno approfittarne per tornare a livelli più consoni alla loro storia vincente.
MotoGP, cosa è successo a Yamaha e Honda? Parla Brivio
Davide Brivio ha provato a spiegare perché Yamaha e Honda si sono ritrovate a riconcorrere i costruttori europei in questa fase storica della MotoGP: “Stanno incontrando qualche difficoltà – ha dichiarato a Speedweek – e stanno cercando di acquisire know-how per imparare. Non riesco a immaginare che gli ingegneri giapponesi abbiano dimenticato come costruire buone moto. Presumibilmente, è una questione di organizzazione e struttura. Ironicamente, i giapponesi hanno bisogno dell’aiuto degli italiani per organizzarsi meglio”.
Brivio, che in passato ha lavorato e vinto con Yamaha e Suzuki, ritiene che in Giappone non si sia prestata sufficiente attenzione ai tanti cambiamenti avvenuti in MotoGP: “Dieci-quindici anni fa lavoravamo in modo diverso. Ora ci sono molti più strumenti di analisi. Il software è stato sviluppato intensamente, l’elettronica è diventata sempre più importante, così come l’aerodinamica e i dispositivi. Ci sono molte novità. I giapponesi probabilmente hanno sottovalutato questi aspetti all’inizio”.
Rinforzi europei per le case giapponesi
L’attuale team manager della squadra Trackhouse Racing, satellite di Aprilia, conferma che per Yamaha e Honda è utile sottrarre tecnici alla concorrenza per ridurre il gap: “I produttori europei sono riusciti a ottenere un vantaggio che i giapponesi ora devono recuperare. Questo processo può essere accelerato assumendo italiani che portino esperienza”.
Il direttore tecnico di Yamaha è Massimo Bartolini, arrivato dalla Ducati, mentre quello della Honda è Romano Albesiano, scippato all’Aprilia. Giusto per fare due esempi di ingegneri che hanno sposato i progetti giapponesi. Anche altre figure europee importanti sono andate ad arricchire i reparti corse di Iwata e Tokio. Vedremo se effettivamente arriverà una svolta nel breve termine. Risorse e conoscenze tecniche non mancano, si tratta di mettere tutto assieme nel modo giusto.
Foto: Dorna MotoGP