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Le tensioni con gli Usa, non ultimo il fattore dazi, hanno spinto alcuni Paesi a ragionare sulla possibilità di rivedere l’acquisto dei caccia americani. I primi mesi di Donald Trump alla Casa Bianca li hanno convinti a rimettere mano alle proprie strategie di difesa e sicurezza. L’ultimo in ordine di tempo è stato il governo spagnolo. Madrid ha deciso di puntare su caccia europei per il rinnovamento della propria aviazione militare, scegliendo l’Eurofighter e il futuro sistema Fcas escludendo così l’acquisto degli F-35 statunitensi, caccia di quinta generazione. L’indiscrezione rilanciata dal quotidiano El Pais ha trovato conferma ufficiale dal Ministero della Difesa spagnolo. «La scelta della Spagna è tra l’attuale Eurofighter e il prossimo Fcas», ha spiegato il ministero all’Afp confermando il reportage del quotidiano madrileno secondo cui il governo di Pedro Sánchez considera l’acquisto dei F-35 «incompatibile» con la strategia di destinare l’85% dei nuovi fondi per la difesa a equipaggiamenti europei. Questa decisione potrebbe aumentare le tensioni con gli Stati Uniti, già inasprite dal rifiuto di Sánchez, durante l’ultimo vertice Nato, di aderire alla richiesta del presidente Donald Trump di portare le spese militari al 5% del Pil. Madrid ha invece confermato l’obiettivo del 2% per il 2025. Nel bilancio 2023, la Spagna aveva stanziato 6,25 miliardi di euro per sostituire i caccia Harrier della Marina e gli F-18 dell’Aeronautica. Secondo fonti precedenti, era in discussione l’acquisto di 50 F-35. Il programma Fcas, che punta a sviluppare un nuovo sistema europeo di combattimento aereo, vede coinvolti Germania, Francia e Spagna, con Dassault Aviation, Airbus e l’azienda spagnola Indra tra i principali attori industriali. Il ministero della Difesa spagnolo ha parlato di «questione di sovranità».
Il premier canadese ha ordinato una revisione dell’acquisto di un lotto di 88 F-35
Il Primo Ministro canadese Mark Carney ha ordinato, a metà marzo 2025, una revisione dell’acquisto di un lotto di 88 F-35, già contrattualizzati con Lockheed Martin. Tuttavia il contratto con Lockheed Martin è allo stato attuale ancora attivo. I primi 16 velivoli sono già finanziati e confermati.
India nega stop a piani per acquisto armi e jet Usa
L’India invece ha smentito la notizia diffusa dai media dai media secondo le quali avrebbe sospeso i piani per l’acquisto di nuove armi e aerei dagli Stati Uniti in risposta ai dazi imposti dal presidente Donald Trump, e avrebbe anche annullato il viaggio a Washington del ministro della Difesa Rajnath Singh, previsto per le prossime settimane per annunciare alcuni acquisti. Il ministero alla Difesa in una nota ha chiarito che «si tratta di notizie false e costruite. Le forniture ordinate procedono come da accordi»,ha assicurato.
Pressing sul governo svizzero per stop agli F-35 dagli Usa
Nessuna reazione scomposta, ma sotto la superficie la Svizzera ribolle. I maxi-dazi al 39% imposti da Trump, secondi soltanto allo schiaffo riservato a Brasile e India, hanno colpito al cuore l’economia elvetica – farmaci, orologi, banche, cioccolata, formaggi e capsule Nespresso – gettando nel caos anche la storica stabilità alpina. Berna si rifugia nella diplomazia, escludendo «per il momento» ogni tipo di rappresaglia. La politica però comincia a perdere la pazienza e, partito dai banchi della sinistra, il fronte di chi pretende una risposta muscolare si allarga. Lo scontro è dietro l’angolo: la richiesta di rivedere, se non addirittura congelare, l’acquisto dei caccia F-35 di Lockheed Martin – emblema della cooperazione con Washington – si è levata da verdi, socialdemocratici e persino dagli stessi liberali della presidente Karin Keller-Sutter, decisi a usare il contratto da oltre 9 miliardi di dollari come leva negoziale. Una linea dura, pronta a essere discussa in Parlamento a settembre, respinta dalla leader elvetica, che ha ricordato come, senza il contributo Usa, i cieli svizzeri non avrebbero «alcuna difesa aerea».
Il dibattito sfiora la delicata neutralità della Confederazione, che ancora oggi limita l’export militare verso aree di conflitto, Ucraina inclusa. Ma il nuovo scenario geopolitico ha già spinto il governo a virare, impegnandosi ad acquistare almeno il 30% delle forniture militari da Paesi europei e aprendo un dialogo sulla sicurezza con Bruxelles. Un approccio che si estende anche oltreoceano, con l’acquisto di 36 caccia F‑35A Lightning II per il rinnovo della flotta, in arrivo tra il 2027 e il 2030. Un impegno assicurato anche nella missione a Washington da Keller-Sutter nel faccia a faccia con il segretario di Stato Marco Rubio.