NAPOLI. È in programma martedì a mezzogiorno, all’obitorio del Verano a Roma, l’autopsia sul corpo di Michele Luca Noschese, noto come Dj Godzi, morto il 19 luglio scorso a Ibiza in circostanze ancora da chiarire. Il padre Giuseppe ha spiegato che l’esame autoptico «sarà condotto alla presenza del perito di parte, Raffaele Zinno, e del perito incaricato dalla Procura della Repubblica di Roma.
Le operazioni si svolgeranno con la massima trasparenza e nel pieno rispetto delle procedure previste. Dopo gli accertamenti e l’esecuzione dell’autopsia, sarà valutata la possibilità di procedere al dissequestro della salma». Giuseppe Noschese annuncia che data e rario dei funerali non sono stati ancora fissati.
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio preterintenzionale in relazione al decesso, avvenuto a Ibiza I pm capitolini, competenti per i fatti riguardanti cittadini italiani all’estero, puntano a chiarire le cause della morte di Noschese, deceduto in seguito a un intervento della polizia spagnola. Secondo la Guardia Civil, intervenuta a casa del noto deejay, Michele Noschese ha perso la vita per un malore ed era sotto effetto di stupefacenti, come confermato dagli esami tossicologici.
Secondo alcuni testimoni, però, gli agenti intervenuti avrebbero malmenato il 35enne, ammanettato mani e piedi e messo a pancia in giù. Il tutto sarebbe avvenuto dopo la richiesta di intervento dei vicini di casa e una aggressione ad un anziano. Il 31 luglio Giuseppe Noschese era stato ascoltato in Questura a Napoli su delega della Procura di Roma. «Come famiglia non vogliamo vendetta ma giustizia aveva detto parlando alla stampa – Michele era un ragazzo che aveva realizzato il sogno della sua vita, si era realizzato come dj e producer a livello mondiale, tante discoteche dopo la sua morte hanno trasmesso le sue tracce, ci sono state manifestazioni importanti di suoi fans qui a Napoli ma anche a Ibiza e a Miami dove sono stati esposti display luminosi. Aveva raggiunto una notorietà che sinceramente anche noi, come famiglia, ignoravamo».
Poi aveva aggiunto: «Non entro nel merito di quello che è successo, ma in Italia se una persona è in forte stato di agitazione, è dispnoico, cioè ha una insufficienza respiratoria, si chiama un servizio di assistenza sanitaria e non si chiede invece l’intervento della polizia». Il 28 luglio il giudice della sezione istruttoria n.2 del Tribunale di Ibiza aveva autorizzato il rientro in Italia della salma di Michele Nosches.
La famiglia, tramite il procuratore Hugo Valparis Sanchez e l’avvocato Rosanna Alvaro, aveva rinunciato alla richiesta di cremazione in Spagna e ad un altro esame autoptico sulla salma, dopo gli ulteriori esami medico-legali (una Tac e una risonanza magnetica) che erano stati eseguiti nella clinica del Rosario di Ibiza, a cura della famiglia e alla presenza del solo perito medico legale di parte, autorizzati dell’autorità giudiziaria.
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