Nei campi e giardini
Emergenza fitosanitaria anche in provincia di Vicenza. Il Servizio regionale conferma la presenza del tarlo asiatico del fusto. Ecco come riconoscerlo
Emergenza fitosanitaria, un focolaio di Anoplophora glabripennis è arrivato in provincia di Vicenza, con conferma diagnostica di secondo livello attesa dal laboratorio di riferimento nazionale (Crea). Il Servizio Fitosanitario Regionale del Veneto conferma la presenza nel Vicentino del tarlo asiatico del fusto: un coleottero cerambicide estremamente nocivo per molte specie di piante ornamentali, arboree e arbustive sia in ambito forestale che urbano.
ll monitoraggio
L’infestazione di un albero può essere determinata andando alla ricerca dei fori di uscita (del diametro di 1-2 cm), sui rami più grandi delle corone degli alberi infetti. Altri segnali di infestazione sono la presenza di segatura grossolana, o “frass”, sul terreno, attorno agli alberi, o sui rami più bassi. Non solo, la presenza di alberi morti o morenti, foglie ingiallite, il tutto in assenza di siccità, sono indici di infestazione da Anoplophora glabripennis.
Per avere la certezza di infestazione ci si può avvalere di apposite trappole allestite sia con ormoni tipici dell’insetto, come con un “kairomone” vegetale, il tutto per attivare i maschi della specie eventualmente presenti nella prossimità della trappola stessa.
Tre, invece, i focolai di Popillia japonica nei territori di Treviso e Verona
Tre, invece, i focolai di Popillia japonica nei territori di Treviso e Verona, accertata dagli ispettori fitosanitari e dalle analisi del laboratorio ufficiale regionale. Per i due focolai di Verona è in corso l’identificazione definitiva presso il laboratorio di riferimento nazionale.
La Popillia Japonica o coleottero giapponese si nutre di quasi trecento specie vegetali
Questi ritrovamenti richiedono un impegno straordinario, sia in termini di risorse economiche sia di personale, per potenziare i controlli ufficiali nei vivai (al fine di garantire la continuità della commercializzazione) e per rafforzare il monitoraggio sul territorio.
Misure di eradicazione
«Situazioni come questa, che un tempo consideravamo eccezionali, oggi rappresentano una sfida costante – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Federico Caner –. Voglio rassicurare vivaisti, operatori e cittadini che la Regione è pronta a mettere in campo tutte le misure necessarie per contenere i focolai e salvaguardare il comparto agricolo. Stiamo già potenziando il Servizio Fitosanitario con nuove risorse e una sezione specializzata per la gestione delle emergenze, così da garantire un presidio costante e un punto di riferimento tecnico-scientifico per il territorio. Nessuna azienda sarà lasciata sola”.
Il Servizio Fitosanitario Regionale, in linea con le normative europee, ha già avviato le operazioni di eradicazione e sta organizzando incontri di sensibilizzazione. L’obiettivo è intervenire in tempi rapidi per contenere la diffusione di questi organismi nocivi e proteggere l’agricoltura veneta.
Quarantena per la Popillia japonica
Per quanto riguarda la Popillia japonica «si tratta del primo insetto alieno da quarantena di cui sia mai stata verificata la presenza nella nostra regione», avverte Nicola Mori, entomologo che insegna all’Università di Verona. Il professor Mori spiega: «Gli insetti da quarantena sono oggetto di una speciale regolamentazione, dettata dall’Unione europea ed applicata in Italia, che prevede la lotta obbligatoria alla loro presenza, perché causano ingenti danni economici e sociali».
La Popillia Japonica è considerata molto più pericolosa di insetti come la cimice asiatica o la Drosophila suzukii, che pure negli ultimi anni tanti danni hanno causato alle coltivazioni della nostra provincia. Originario dell’Asia, questo coleottero è stato segnalato per la prima volta in Europa nel 2014. Allora era stato trovato vicino all’aeroporto milanese di Malpensa, dove è probabilmente arrivato perché portatovi da qualche aereo. Per qualche anno è rimasto lì, di suo si muove solo pochi chilometri all’anno, finché non è stato scoperto in altre zone della Lombardia, in Piemonte, Val d’Aosta, Emilia Romagna e anche in Svizzera, nel Canton Ticino. Nelle ultime settimane è stato rinvenuto nel Trevigiano ed ora è arrivato, ed in forze, anche nel Veronese».