Federico Targetti10 ago 2025, 08:59
Ultimi aggiornamenti: 10 ago 2025, 08:59
Il ds dell’Inter, Piero Ausilio, ha parlato a La Gazzetta dello Sport cominciando dal suo passato da calciatore, per poi raccontare qualche episodio di mercato:
«Mi sono scontrato con Cudicini, che poi è diventato mio amico, e il ginocchio mi è saltato per aria: cartilagine, menisco, anche legamento. Giocavo da sempre nella Pro Sesto, ho cominciato a 7 anni, e la mia carriera è finita lì. Ricordo, di quella partita, la mia disperazione e la sensibilità di Capello che allora — era la fine degli anni 80 — faceva il dirigente al Milan: è venuto negli spogliatoi a farmi coraggio».
Com’era il calciatore Ausilio?
«Bravo. Bravino, dai. Un centrocampista non veloce ma con senso della posizione. Ha presente Cambiasso? Una cosa del genere, solo un po’ peggio».
Se vedesse oggi un Piero Ausilio, lo porterebbe all’Inter?
«Macché, l’Inter è troppo. Penso però che sarei diventato un buon professionista, diciamo da Serie C, al massimo B. Avevo sedici anni e già mi allenavo con la prima squadra che era in C1. E la C1 dell’epoca era una cosa seria».
Quasi deve dire grazie a Cudicini, insomma: senza quell’incidente la sua storia nel calcio non sarebbe stata così felice.
«Ho ringraziato Carlo tante volte (sorride). Quello scontro fortuito ha cambiato il corso degli eventi in positivo. Solo che allora non lo sapevo. E soffrivo».