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II Partito democratico lancia un duro affondo contro il governo sulla crisi del turismo che sta svuotando anche le spiagge per via del caro prezzi. A rivolgere una puntuale critica all’esecutivo sono diversi esponenti dem, a partire dalla segretaria Elly Schlein: il calo delle presenze nelle spiagge e nelle località di vacanza «è il segno che le famiglie italiane fanno sempre più fatica, i prezzi sono aumentati naturalmente ma non sono aumentati i salari, per questo insistiamo» sul salario minimo. Schlein parlando con i giornalisti a margine della sua partecipazione alla festa dell’Unità di Villadossola (VB) ha aggiunto: «Ci racconta il sindacato dei balneari di un calo delle presenze del 15%, ci racconta Altroconsumo di un aumento dei costi del 34%: è così che molte famiglie italiane stanno facendo i conti in modo amaro e non riescono a partire e di questo il governo di destra di Giorgia Meloni non si occupa da due anni e mezzo».

Alessandro Zan, europarlamentare del Pd componente della segreteria, batte sullo stesso tasto: «Gli stipendi calano, i prezzi salgono,e per milioni di italiani le vacanze sono ormai un miraggio. Dov’è il Paese delle Meraviglie di Giorgia Meloni, quello dovetutto funziona alla perfezione? La premier continua a venderci l’Italia delle cartoline mentre il Paese reale è quello degli scontrini salati e delle ferie passate a casa».

L’europarlamentare Zan: Meloni esca dai palazzi e si confronti con l’Italia vera

Secondo Zan, «in un Paese dove si fatica ad arrivare a fine mese e non ci si può permettere ombrelloni e hotel, parlare di turismo come “uno dei motori traianti dell’economia” è una presa in giro», Meloni, è l’invito rivolto dall’europarlamentare alla presidente del Consiglio, «dai palazzi e si confronti con l’Italia vera: quella che non chiede selfie in riva al mare, ma stipendi che permettano di arrivarci».

L’affondo dei componenti Dem in commissione di vigilanza Rai

Sulla stessa falsariga, anche i componenti del Partito Democratico nella commissione di Vigilanza Rai accusata di aver edulcorato la narrazione dei numeri del settore. «Ancora una volta la Rai sceglie di dipingere un Paese che non c’è. Nel servizio sul turismo, la narrazione è quella di un’estate da record, con agosto destinato a “fare il pieno” e un settore in salute. La realtà, invece, racconta altro. Sempre più italiani rinunciano alle vacanze che sono diventate sempre più difficili da fare. Il potere d’acquisto è crollato: per molti, anche un ombrellone in spiaggia è diventato un lusso».

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Gli esponenti Dem in commissione di Vigilanza Rai ricordano anche che «secondo il sindacato balneari, gli ombrelloni occupati sono il 15% in meno rispetto allo scorso anno. Gli albergatori si aspettano un calo di presenze, mentre Altroconsumo segnala che dal 2020 i prezzi delle strutture ricettive sono aumentati del 34%. I salari, invece, scendono: -7,5% rispetto al 2021 (dati Ocse). Lo ha ammesso persino il presidente di Federalberghi, ricordando che “il turismo è legato alle buste paga”. E intanto i lavoratori del settore continuano a vivere nella precarietà, come dimostra lo sciopero dei bagnini a Rimini per stipendi troppo bassi».