Libertà, comunità, sapere è potere. Tre concetti, tutt’altro che semplici in realtà, che emergono dal libro di Cristina Seymandi “Antifragile si diventa”. E lei lo è diventata, all’apparenza, dopo essere stata trasformata, suo malgrado, nella protagonista del gossip estivo del 2023. Solo perché l’inizio dell’estate non era stato caratterizzato da un omicidio particolarmente truculento o dalla riapertura di un caso giudiziario per palesi errori nelle indagini. Dunque il grande giornalismo d’inchiesta italiano aveva dovuto ripiegare sulla rottura di una coppia torinese accompagnata da un video prontamente diffuso in rete.

Ma questi, appunto, sono problemi personali, di una coppia che scoppia. Ed il fatto che siano diventati un argomento di dibattito nazionale dimostra solo il livello a cui sono precipitati il giornalismo, il dibattito social, la cultura italiana. D’altronde, considerando il livello della scuola, della politica, delle istituzioni di ogni ordine e grado, non ci si può certo aspettare che il dibattito si concentri su Dante, su Dalì, su Nietzsche o su Verdi.

Però Seymandi, nel suo libro, offre nuove chiavi di lettura del pettegolezzo che l’ha trasformata nella strega da bruciare sul rogo o nell’eroina delle donne che vogliono condurre la propria vita senza chiedere permesso.

E, dunque, libertà. Per sé stessa, innanzitutto. Perché se non si è liberi non ci si può confrontare con gli altri. E poi comunità, alla base di qualsiasi cambiamento, di qualsiasi iniziativa. Fondamentale, la comunità, molto più delle istituzioni. Ma è un concetto pericoloso e politicamente molto scorretto. Dunque da sostenere e rivalutare.

Infine “sapere è potere”. Scomodissimo. Perché “sapere” non significa il nulla cosmico trasmesso da una scuola priva di cultura, di coraggio, di visione. Perché “sapere”, insieme a libertà e comunità rischia di creare nuove generazioni antifragili, che sanno affrontare non tanto il bullismo vigliacco – facile da eliminare se si è liberi all’interno di una comunità intelligente – quanto l’immondizia dilagante di chi interviene sui social senza conoscere i problemi ma comunicando al mondo i propri giudizi di stupidità assoluta.