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Sulla carta, come ha ribadito anche di recente l’ad Pierroberto Folgiero, ci sono per Fincantieri 20 miliardi di opportunità commerciali nel comparto della difesa da qui al 2027 in virtù dei numerosi programmi di potenziamento degli investimenti militari in Europa e non solo. Sfruttando la solidità della sua proposta e il posizionamento industriale lungo tutta la catena del valore, Fincantieri, però, punta, nel breve periodo, su contratti che, secondo stime di mercato, potrebbero valere oltre 10 miliardi di euro.

Di questi, quattro miliardi rinviano alla Norvegia che deve scegliere tra le fregate classe Constellation proposte dal gruppo italiano attraverso Vard (con cui il big della cantieristica si è aggiudicato una maxi commessa negli Usa) e le soluzioni offerte dalla francese Naval Group, dagli inglesi di Bae Systems, e dall’asse tedesco-olandese tra Tkms e Damen, il prodotto migliore per rimpiazzare le attuali fregate della classe “Fridtjof Nansen” con 5 unità più l’opzione per la sesta. L’esito del confronto è atteso entro fine anno e Fincantieri potrebbe garantire anche una importante ricaduta sull’industria locale essendo già presente nel Paese con la controllata Vard.

La sfida in Polonia

L’altra sfida con scadenza altrettanto ravvicinata è quella in Polonia dove Fincantieri è in pole position nell’ambito del programma “Orka” che prevede l’acquisizione di due sommergibili di ultima generazione, più uno in opzione, e per il quale il gruppo ha proposto il progetto basato sulla piattaforma U212NFS, che rappresenta l’evoluzione italiana dei battelli U212A già in servizio con le Marine italiana e tedesca. L’assegnazione del deal, che varrebbe 2,4 miliardi di euro, doveva avvenire a giugno subito dopo le elezioni presidenziali in Polonia, ma il governo di Varsavia sta spingendo avanti la deadline che è però attesa nella seconda metà dell’anno. La short list include, oltre a Fincantieri, Tkms e gli svedesi di Saab, ma i francesi di Naval Group, la spagnola Navantia e le sudcoreane Hanwha Ocean e HD Hyundai Heavy Industries premono per rientrare nella partita.

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La contesa vede, però, il gruppo di Folgiero in vantaggio perché la proposta italiana garantirebbe la migliore combinazione tra il prodotto e il cappello governativo che Varsavia sta cercando e che sarebbe stato assicurato in prima persona dal sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago. Quest’ultimo, come si ricorderà, ha partecipato a febbraio al bilaterale italo-polacco quando, nello stabilimento di Fincantieri a Muggiano, fu presentata la soluzione italiana.

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La trattativa per il contratto greco

La combinazione di più tasselli, non solo quello strettamente industriale, potrebbe giocare a favore di Fincantieri anche in Grecia con la quale è aperto il canale di dialogo per finalizzare la cessione al governo di Atene delle prime due fregate del programma Fremm (Bergamini e Fasan), ora in uso alla Marina militare italiana. La trattativa tra i due governi e le rispettive Marine sarebbe già molto avanzata e dovrebbe avvenire proprio attraverso Fincantieri: la Marina italiana retrocederebbe le due unità al gruppo che poi le cederebbe alla Grecia. Si creerebbe così un ciclo virtuoso che consentirebbe un significativo risparmio alla Marina italiana spianando la strada all’ingresso di due nuove unità che verrebbero costruite da Fincantieri nella configurazione più avanzata. Sulla possibile cessione non circolano cifre, ma il Parlamento ellenico aveva messo a budget per questo capitolo 700 milioni di euro.