«Questo è un evento storico», ha dichiarato Vladimir Putin il 24 luglio, presentando il nuovissimo sottomarino nucleare russo, lo Knyaz Pozharsky. Strisciando gli occhi al sole, di fronte ai pettorali gonfi di decine di membri dell’equipaggio, ha affermato che la nave stealth, che presto si unirà alla Flotta del Nord russa, «rafforzerà la sicurezza della patria» e fungerà da simbolo di una «marina moderna e potente». Ma 10 giorni dopo, hacker dello stato ucraino hanno rubato una serie di documenti segreti che rivelavano i limiti “critici” del sottomarino all’avanguardia e li hanno pubblicati online.

I dati rubati

I file altamente classificati descrivevano dettagliatamente i suoi sistemi di combattimento, le complessità tecniche, le misure di sopravvivenza, gli elenchi dell’equipaggio, i rapporti di ingegneria e un registro che mostrava i compiti di combattimento giornalieri. La fuga di notizie di intelligence potrebbe mettere a rischio l’intera flotta di sottomarini con missili balistici strategici classe Borei, un pilastro della triade nucleare di Mosca, che sottolinea anche la posizione strategica del Paese nell’Artico. Ma è anche servita come potente promemoria di un altro fronte di guerra: il campo di battaglia cibernetico che la Russia domina da tempo, ma sul quale l’Ucraina sta guadagnando terreno con crescente abilità. «Le informazioni ottenute dagli ufficiali dell’intelligence ci permettono di identificare le caratteristiche e i limiti tecnici non solo dello Knyaz Pozharsky, ma anche di altri sottomarini del progetto 955A, che sono di fondamentale importanza per sostenere il mito imperiale dello Stato aggressore russo», ha affermato l’HUR, l’agenzia di intelligence militare ucraina.

Il lavoro degli 007

Maxim Starchak, esperto di politica nucleare russa, ha affermato di ritenere che la maggior parte delle informazioni fosse probabilmente già nota all’intelligence statunitense, che monitora costantemente i sottomarini russi. Ma ancora più importante, ha aggiunto, è la palese minaccia psicologica che la fuga di notizie ha trasmesso attraverso i corridoi del Cremlino. «Le armi nucleari sono un simbolo fondamentale della grandezza della Russia – ha dichiarato Starchak al Telegraph. Se l’intelligence ucraina riesce a scoprire i punti deboli delle sue capacità nucleari marittime, ciò mina direttamente la forza che Mosca cerca di proiettare. “Questo è un duro colpo per il Ministero della Difesa russo e le sue capacità nucleari, poiché non può garantire la segretezza dei propri piani, missioni e operazioni”, ha affermato.

Mentre l’importanza dei dati rubati è ancora oggetto di dibattito, la capacità degli hacker ucraini di metterci le mani sopra è un’altra storia. “Questa è una situazione pericolosa per Mosca. Il Cremlino cercherà di individuare i responsabili e di punirli severamente, chiedendo al Ministero della Difesa di risolvere la questione della sicurezza informatica”, ha aggiunto Starchak.


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