Da circa un decennio si discute della continuità assistenziale tra ospedale e territorio; tuttavia, nella maggior parte delle regioni, i progressi in tal senso rimangono prevalentemente teorici.

La nuova riforma sanitaria pone un particolare accento sul potenziamento del sistema territoriale, prevedendo che le Case della Comunità diventino strutture socio-sanitarie di riferimento primario per gli utenti. Tali strutture ospiteranno figure multiprofessionali e offriranno servizi multidisciplinari, integrando assistenza sanitaria e sociale con l’obiettivo di fornire prestazioni socio-sanitarie coordinate, incluso l’impiego della telemedicina. L’intento prioritario è ridurre le ospedalizzazioni non necessarie e gli accessi impropri al Pronto Soccorso, garantendo una presa in carico globale della persona. Tuttavia, attualmente queste strutture risultano quali in costruzione e quali in fase di sviluppo, quindi non ancora concretamente operative. Inoltre, si prevede l’istituzione degli Ospedali di Comunità, strutture dedicate all’assistenza di pazienti che non necessitano di ricovero ospedaliero ma richiedono cure continuative. Infine, la riforma sancisce un potenziamento del ruolo del medico di medicina generale, destinato a diventare il fulcro del sistema integrato di cura. Analogamente, le farmacie continuano a offrire esami strumentali tramite telemedicina e rappresentano in alcune aree un fondamentale presidio sanitario.

D’altro canto, risulta quasi paradossale che venga dedicata scarsa attenzione al personale sanitario e all’importanza di investire nel capitale umano e nelle professioni sanitarie, migliorando le retribuzioni e le condizioni lavorative, elementi fondamentali per il funzionamento dell’intero sistema assistenziale attivo 24 ore su 24. Si tende a sottovalutare l’idea che, in assenza di risorse umane adeguate, il nostro Sistema Sanitario Nazionale continuerà a deteriorarsi, compromettendo così i principi sanciti dall’articolo 32 della Costituzione. È stato addirittura proposto di escludere le professioni sanitarie dal perimetro della pubblica amministrazione. Ci troviamo dunque di fronte a una situazione paradossale. La sanità rappresenta un insieme inscindibile costituito da strutture, mezzi e personale. Forse non è sufficientemente chiaro che la criticità principale del sistema risiede nella carenza di personale, non solo medico ma soprattutto infermieristico, una professione che sta progressivamente diventando meno attrattiva. In un contesto lavorativo sempre più gravoso, le professioni sanitarie – in particolare quella infermieristica – risultano meno appetibili, con il rischio concreto di dover ricorrere a reclutamenti dall’estero, circostanza che comporta problematiche legate alla lingua e a percorsi formativi non sempre equipollenti a quelli italiani.

Al centro della questione vi è la popolazione, con i suoi disagi e le sue sofferenze; infatti, non solo le patologie croniche sono in aumento tra i giovani, ma si registra anche un incremento delle malattie tumorali e cardiovascolari. In questo contesto, la disperazione ha ormai indotto numerosi cittadini a rivolgersi ai pronto soccorso, che rappresentano l’unica struttura rimasta operativa dopo le farmacie. I dati forniti da Agenas evidenziano un costante aumento degli accessi, di cui circa il 70% riguarda codici minori che non dovrebbero essere gestiti da tali strutture. Tale situazione comporta tre conseguenze principali: il sovraffollamento, che genera numerose difficoltà e disagi sia per gli operatori sanitari sia per i pazienti costretti ad attendere per ore o giorni; l’indisponibilità dei mezzi di soccorso, poiché la permanenza prolungata delle ambulanze davanti ai pronto soccorso, dovuta alla carenza di posti letto nei reparti, provoca un vuoto nella copertura territoriale dell’emergenza; infine, la carenza di personale sanitario. Nel frattempo, l’interesse politico verso il settore sanitario appare limitato, altrimenti non si spiegherebbero né tali ritardi né il disagio diffuso tra la popolazione, senza dimenticare la sofferenza del personale medico e soprattutto infermieristico.

Per affrontare in modo efficace l’attuale crisi del sistema sanitario, è indispensabile superare il regionalismo sanitario e la logica aziendale orientata al profitto, attuando riforme che garantiscano un equilibrio tra settore pubblico e privato. In assenza di tali interventi, il comparto privato continuerà a generare profitti mentre quello pubblico proseguirà nel suo progressivo declino. È pertanto essenziale promuovere riforme volte ad assicurare un accesso equo alle cure su tutto il territorio nazionale, riducendo le disparità territoriali esistenti e conferendo al Ministero della Salute un ruolo più centrale e coordinato. Non si deve inoltre trascurare il Sud, in particolare la Calabria, che rappresenta una comunità caratterizzata da una netta divisione tra la necessità di accedere a cure adeguate e le difficoltà organizzative presenti. È necessario rivedere in modo ottimale la rete dell’emergenza sulla base della reale orografia e viabilità attuali, coprendo l’intero territorio, garantendo all’elisoccorso l’impiego nelle emergenze necessarie; occorre altresì riorganizzare la rete cardiologica cercando di coprire tutte le province con più unità di emodinamica, con particolare attenzione alla provincia di Cosenza che risulta ancora priva di un servizio di cardiochirurgia nonostante rappresenti per estensione territoriale e numero di abitanti quasi metà della Calabria, caratterizzata da una viabilità e orografia particolarmente complesse. Ciò consentirebbe un miglioramento del fattore tempo, elemento cruciale in molte situazioni cliniche.






  • EmilioCariati Il Sud, una comunità divisa tra il desiderio di ricevere cure e le sfide organizzative.


    Infermiere di professione, nel tempo libero si dedica alla scrittura di riflessioni sulla vita, ispirate in gran parte dalla sua esperienza lavorativa. Il contatto quotidiano con la sofferenza e il disagio umano gli permette di osservare una società che, nonostante i suoi progressi, appare spesso lontana dalla vera civiltà. Ha pubblicato due libri: “Strade senza cuore, gente senza amore” e “Quando la malattia diventa un optional”. Inoltre, ha scritto numerosi articoli per quotidiani e riviste.



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