Periodo estivo, periodo di matrimoni. Confessatelo, ogni volta che arriva la busta con dentro il fatidico invito, che sia compilato a penna con gli svolazzi di una scrittura ricercata ed elegante o che invece sia spiritoso e moderno, vi tremano le vene e i polsi e pensate: “Noooo, un altro matrimonio!”.

Libri brevi da portare in viaggio: 11 titoli da leggere d’un fiato

Con tutto l’affetto che vi lega ai futuri sposi l’idea di assistere all’ennesima cerimonia e soprattutto a un banchetto infinito di mille portate vi rovina la giornata, ma non c’è niente da fare. È un po’ come una chiamata alle armi e non si può disertare adducendo malori futuri o viaggi di lavoro improrogabili. Si metterebbero a rischio amicizie secolari e le rappresaglie in caso di defezione vi costerebbero molto di più della “semplice” presenza.

Se poi le nozze avvengono nella stretta cerchia familiare non solo sarà impossibile esimervi dal partecipare ma sarete coinvolti anche nel delirio dell’organizzazione, l’ipotesi più funesta, almeno per me che ho sviluppato quasi un’allergia a queste funzioni che si trasformano spesso in sedute psicanalitiche di gruppo purtroppo senza un analista a dirigere il traffico.

Serena Dandini (foto di Gianmarco Chieregato).

Ma non sono la sola visto il gran successo di una serie di film liberatori sull’argomento. Da Il padre della sposa in ben due versioni, prima con Spencer Tracy, poi con Steve Martin, fino al Il mio grosso grasso matrimonio greco, e qui mi fermo perché diventerebbe una lista della spesa. Meglio prenderla a ridere o almeno con filosofia e come sempre la letteratura ci viene in aiuto.

“Tre giorni di giugno” di Anne Tyler (Guanda).

In questo caso è Ann Tyler, la scrittrice statunitense vincitrice del premio Pulitzer nel 1988, che con Tre giorni di giugno (Guanda) affronta la spinosa materia. Protagonista è la madre della sposa che a una manciata di ore dal matrimonio della figlia sente il mondo crollarle addosso. Non riceve un’auspicata promozione, l’ex marito si presenta senza vestito per la cerimonia né un posto per dormire, ma porta con sé un gatto soriano e un bagaglio di battute spiritose. E, tanto per aggravare la situazione, la figlia scopre qualcosa sul suo futuro sposo che potrebbe mandare tutto a monte.

Sia chi non si perde un libro della Tyler, sia chi è rimasto legato ai primi successi come Turisti per caso e poi l’ha abbandonata, ritroverà in questo lavoro il piacere della lettura che vola via veloce grazie a una scrittura ironica e scorrevole e alla capacità dell’autrice di entrare negli anfratti del quotidiano creando personaggi a cui non possiamo che affezionarci visto che possiedono tutti i nostri difetti e le nostre debolezze. E naturalmente, “Viva gli sposi”!

Tutti gli articoli di Serena Dandini.