Antibiotico-resistenza (AMR): una pandemia silenziosa che avanza. L’Italia tra i paesi più colpiti.
Urgente un impegno pubblico-privato per affrontarla

Roma, 17 luglio 2025 – C’è un’emergenza sanitaria nel mondo. È la resistenza agli antibiotici (AMR) che consiste in una delle più grandi sfide globali nel mondo della cura per la salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato una ricerca per cui questa incombenza è responsabile di milioni di decessi ogni anno. Si teme possa diventare la causa di morte più frequente nel 2050.

Su questa emergenza si è discusso al Convegno “AMR e Vaccini – Strategie Integrate per Contrastare una Minaccia Globale”, promosso da ONDE, l’Osservatorio Nazionale per i Diritti dei Malati, che si è tenuto presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” nel pomeriggio di martedì 15 luglio.

In Italia si registrano 12.000 morti all’anno per infezioni ospedaliere resistenti agli antibiotici, cifra destinata ad aumentare in assenza di interventi. Dopo l’apertura dei lavori da parte di Andrea Costa, Esperto del Ministro della Salute, il Presidente AIFA, Robert Giovanni Nisticò, ha evidenziato il primato negativo dell’Italia per uso eccessivo di antibiotici. Anna Teresa Palamara, Direttrice del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità e Elisa Sangiorgi, Dirigente Area Governo del Farmaco e dei Dispositivi medici della regione Emilia-Romagna, hanno sottolineato l’importanza della sorveglianza genomica e dei sistemi di controllo regionali.

L’on. Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, ha sottolineato la necessità della politica di recuperare un ruolo direttivo, richiamando l’importanza di una governance più oculata delle risorse sanitarie.

Secondo Marco Falcone, Professore Ordinario di Malattie Infettive dell’Università degli Studi di Pisa, un paziente su quattro con infezioni resistenti rischia la vita. Matteo Bassetti, Presidente della Società Italiana di Terapia Antinfettiva, Antibatterica, Antivirale, Antifungina, SITA, e Maurizio Sanguinetti, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, hanno ribadito l’urgenza di diagnostica avanzata e nuovi antibiotici, mai più sviluppati dal 1980. Tuttavia, la ricerca va sostenuta: servono incentivi economici, come spiegato da Daniela Bianco, Responsabile Area Healthcare di Ambrosetti.

La prevenzione è centrale. I professori Fabrizio Pregliasco dell’Università degli Studi di Milano e Massimo Andreoni dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, hanno richiamato il valore dei vaccini, anche contro batteri multiresistenti, e la necessità di un’anagrafe vaccinale nazionale. Antonia Ricci, Direttrice Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), ha sottolineato l’importanza di un approccio One Health che includa ambiente e zootecnia.

Dal settore industriale, Nicoletta Luppi (MSD), Federico Marchetti (GSK), Barbara Capaccetti (Pfizer), Francesca Patarnello (Astrazeneca), Claudio Bellomo (Viatris) e Andrea Coppola (Shionogi) hanno ribadito l’impegno nel contrasto all’AMR, tra sviluppo di nuovi vaccini, gestione ambientale e partnership pubblico-private.

A chiudere il convegno, il coordinatore scientifico Stefano Vella, Professore di Metodologia della Ricerca Clinica presso l’Università di Roma “Tor Vergata”: “La lotta all’AMR deve diventare una priorità strategica, al pari della sicurezza nazionale. Serve una governance centralizzata, investimenti mirati e una visione integrata. Solo così potremo prevenire una crisi sanitaria globale”.