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Dopo mesi di silenzi e rinvii, Donald Trump rompe gli indugi e annuncia un faccia a faccia con Vladimir Putin. Il vertice, fissato per il 15 agosto in Alaska – territorio che la Russia cedette agli Stati Uniti nel 1867 – segna una rottura con la linea di isolamento finora adottata da Washington nei confronti di Mosca. Come scrive il New York Times, l’Occidente ha trattato lo zar in gran parte come un paria da quando ha invaso l’Ucraina nel 2022, causando centinaia di migliaia di morti e devastazioni in entrambi i Paesi. Il solo fatto che un presidente americano sia disposto a incontrarlo è considerato una vittoria diplomatica per il Cremlino. Ma perché proprio ora? Cosa cerca Putin da questo incontro e quali carte può giocare Trump? Che peso hanno realmente le sanzioni statunitensi sulla Russia e quali scenari si aprono senza la presenza dell’Ucraina al tavolo? Domande cruciali che accompagnano un summit destinato a far discutere tanto a Washington quanto nelle capitali europee.


APPROFONDIMENTI

Perché il vertice si tiene adesso?

Per quasi sette mesi, Mosca e Washington hanno evitato di fissare un vertice per discutere la fine del conflitto.

L’annuncio di Trump, diffuso sui social senza dettagli aggiuntivi, arriva in un momento in cui il leader russo appare restio a fare concessioni: secondo fonti americane, Putin ritiene che l’esercito russo stia avanzando in Ucraina e non vede ragioni per cambiare rotta. Trump, inizialmente incline a limitare gli aiuti militari a Kiev e critico verso l’impegno statunitense, ha più volte rinviato l’incontro. La svolta è arrivata dopo che la Casa Bianca aveva minacciato nuove sanzioni entro venerdì scorso, a meno di un cambio di posizione russo. Giovedì, Trump ha imposto un aumento al 50% dei dazi sulle importazioni indiane, in risposta al continuo acquisto di petrolio russo da parte di Nuova Delhi. La richiesta di un vertice, giunta dal Cremlino, è coincisa con la scadenza fissata per nuove misure punitive. Secondo quanto riportato dal New York Times, la notizia dell’incontro è trapelata subito dopo la visita a Mosca di Steve Witkoff, inviato speciale di Trump.Cosa vuole Putin?

Secondo analisti citati da The Moscow Times, Putin potrebbe utilizzare il vertice come strumento per guadagnare tempo e migliorare l’immagine internazionale della Russia. La sua visione geopolitica, paragonata dagli osservatori alla conferenza di Yalta del 1945, prevede che le grandi potenze si spartiscano aree di influenza. Putin punta a consolidare il controllo sull’Ucraina orientale, bloccare l’ingresso di Kiev nella Nato, ridurre l’esercito ucraino e garantire un governo amico di Mosca. In passato, negoziati come quelli di Istanbul sono stati sfruttati dal Cremlino per cercare sul tavolo ciò che non era stato ottenuto sul campo.

Cosa è in gioco per Trump?

Tra le promesse elettorali di Trump c’era la fine della guerra “in 24 ore”. Scadenza mancata, ma obiettivo politico ancora rivendicato. Il presidente americano non ha mai nascosto l’ambizione di un Premio Nobel per la Pace, e vede l’Ucraina come un banco di prova della sua abilità negoziale. Dopo un inizio di mandato vicino alle posizioni del Cremlino, Trump ha autorizzato nuove forniture di armi a Kiev e condannato i bombardamenti russi sulle città. «Se volete sapere la verità, Putin ci lancia un sacco di ca****e addosso», ha dichiarato un mese fa ai giornalisti. Questa settimana, sui social, ha rilanciato: «Tutti concordano sul fatto che questa guerra debba finire, e lavoreremo per questo nei giorni e nelle settimane a venire».

Il peso delle sanzioni?

Trump ha minacciato dure sanzioni primarie e secondarie contro la Russia, ma ha ammesso che potrebbero rivelarsi inefficaci. Il commercio diretto tra Stati Uniti e Russia è limitato, e le esportazioni energetiche hanno permesso a Mosca di reggere alle misure occidentali. Il presidente ha dichiarato alla CNBC che «Putin smetterà di uccidere persone se il prezzo dell’energia scenderà di altri 10 dollari al barile», ma non ha ancora colpito la Cina, principale acquirente di petrolio russo, né l’India.

Un vertice senza Ucraina?

L’assenza di Kiev è uno dei nodi più controversi. Trump ha promesso di incontrare il presidente Volodymyr Zelensky subito dopo, ma il fatto che si discuta del conflitto senza la presenza dell’Ucraina solleva critiche a livello internazionale. L’Europa, grande assente insieme a Kiev, osserva con preoccupazione.
I sondaggi in Ucraina mostrano un’ampia contrarietà a qualsiasi concessione territoriale. «Si tratta di un vero cambiamento o solo di un’illusione?», si chiede il quotidiano Moskovsky Komsomolets. Anche tra i soldati ucraini prevale lo scetticismo.


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