Bologna, 11 agosto 2025 – All’aeroporto di Bologna, il rumore dei trolley che scorrono sull’asfalto fa da colonna sonora al viavai incessante di chi entra ed esce dalle porte scorrevoli del Marconi. Così, in pieno agosto, lo scalo felsineo diventa il crocevia di storie di viaggiatori. Ma il Marconi non è solo passeggeri, bensì un universo di addetti alla sicurezza, stewart, operatori di pista. Api di un alveare frenetico e sempre attivo, che di anno in anno sgomita per crescere. Dalla rotonda fuori dalla tangenziale fino alla zona Kiss&Fly, dove famiglie si salutano o riuniscono, mentre baci volanti vengono indirizzati verso chi attraversa la soglia con la valigia in mano e incassa un “buon viaggio”.
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Ed è così che varcata la soglia si entra come in un mondo a-temporale, dove idiomi da tutto il mondo si mescolano nei negozi di profumi e di libri. “Da bolognese cerco di partire da qui ogni volta che posso, non solo per una questione di comodità, ma anche di efficienza” è l’elogio di Matteo Bugallo, che da Bologna è partito per raggiungere Zurigo e poi la Thailandia. “Non ho mai riscontrato grandi problematiche qui e le innovazioni che si stanno apportando – continua – miglioreranno il servizio. Quando non viaggio, ma accompagno amici in partenza, apprezzo in modo particolare il Kiss&Fly”.
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“Noi arriviamo da Firenze – racconta Eleonora Baroni – e la nostra destinazione è Mykonos. Non è la prima volta che partiamo dal Marconi e, inoltre, ho da poco saputo della nuova possibilità di trasportare all’interno del bagaglio a mano liquidi in confezioni superiori ai 100 millilitri: rappresenta un’ulteriore comodità”. Tra tanti sorrisi, però, non mancano i borbottii: “Non volevo imbarcare in stiva il bagaglio a mano per paura che venisse smarrito e, soprattutto, perché non volevo aspettare troppo una volta atterrata – racconta una giovane – e invece ho perso del tempo inutilmente”.
Enrico Postacchini, presidente dell’Aeroporto di Bologna, il Marconi vuole spiccare il volo, ma occorrono investimenti per farlo. A che punto è il piano di interventi per implementare lo scalo felsineo?
«Stiamo raccogliendo i primi frutti. Abbiamo già messo in campo un grande impegno, perché l’aeroporto lo merita. Durante la scorsa estate, le criticità principali al Marconi erano dovute per lo più alla carenza di posti auto. Una ferita ora parzialmente rimarginata con ulteriori 1.100 stalli nel nuovo parcheggio, che si aggiungono a quelli già esistenti. Ma soprattutto c’è la rinnovata area dei controlli di sicurezza, che ha comportato significative differenze in termini di efficienza e riduzione delle file: ora sono operativi tutti gli otto accessi con nuove macchine radiogene. E siamo fra i cinque scali italiani che permettono di portare con sé liquidi superiori ai 100 ml nel bagaglio a mano».
Sotto il profilo logistico e degli spazi, quali sono le rivoluzioni all’orizzonte?
«Una volta ingrandito e ottimizzato l’attuale terminal, ne verrà costruito uno nuovo che sarà adiacente a quello già esistente. Parliamo di ulteriori trentamila metri quadrati di superficie su due piani, cioè una metratura considerevole. E sarà proprio in questi spazi saranno ospitati i famosi finger (le passerelle coperte che permettono ai viaggiatori di imbarcarsi sugli aerei direttamente dal gate, senza l’utilizzo dei pulmini, ndr)».
I finger saranno una novità per l’aeroporto. Quanto si dovrà aspettare?
«Puntiamo al 2028. Faranno parte del nuovo molo, ovvero l’ultimo atto di questa tranche di grandi investimenti che ved, come fine del masterplan, il 2030. Ciò non toglie che, ovviamente, come aeroporto continueremo comunque a investire anche dopo quella quella data. L’intenzione è quella di guardare sempre avanti, fino al 2046».
Quanti saranno i finger?
«Stiamo ragionando su un numero che si aggira intorno a 4 e 6, ma se dovesse occorrere si potranno anche aumentare, a seconda delle necessità. Sappiamo che sono molto richiesti dai passeggeri. Ricordo, però, che i finger hanno un costo per le compagnie aeree e sono più appannaggio di quelle di linea piuttosto che delle low cost».
Ci sono invece cantieri in essere per il cui effetto potremmo vedere un aeroporto trasformato nel breve termine?
«Ci sono cantieri ai primi gate per ampliare anche qui gli spazi a disposizione. Interventi che termineranno da qui a fine 2025. Mentre nel 2026 finiranno i lavori del parcheggio multipiano, con una seconda metà che sarà così fruibile dall’anno prossimo. E per fare altri esempi, sempre nel 2026, si aggiungeranno anche le telecamere per monitorare gli abusivi che parcheggiano e sostano in rotonda. Queste tecnologie sono in magazzino già da tempo e aspettiamo solo di definire gli ultimi dettagli burocratici prima di installarle, perché comunque le multe saranno incassate dal Comune. Ma saranno previsti anche nuovi esercizi commerciali e punti di ristoro all’interno dello scalo. Alcuni sono già attivi».
Venendo al lavoro di tutti i giorni, come procede la gestione dei flussi turistici per questa estate?
«Il Marconi continua a lavorare a pieno regime e in grande tranquillità, in presenza di volumi importanti: nel mese di luglio abbiamo registrato oltre un milione di passeggeri. L’aeroporto di Bologna non è saturo e risolve le criticità effettuando i lavori. Infine, un’importante differenza è stata segnata con il passaggio da aeroporto facilitato a coordinato. I voli sono sempre gli stessi, ma distribuiti meglio durante la giornata, quindi c’è meno congestione. Nessuna compagnia ha rinunciato a volare su Bologna nonostante sia stato chiesto loro di cambiare slot orario e questo è un ottimo segno».