Lucrare sulla vita degli altri, anche a scapito degli immensi sacrifici che i tennisti fanno – tra lunghi allenamenti e sudate competizioni – per guadagnarsi una vittoria sul campo. La piaga degli scommettitori senza scrupoli si sta allargando a macchia d’olio, dai Challenger ai tornei più blasonati, come gli Internazionali di Roma. Proprio qui, il 12 maggio 2022, era stato denunciato per scommesse clandestine, Aleksey Viktorovich Medkov. Il 35enne russo, per cui ora la Procura capitolina ha chiesto il rinvio a giudizio, era stato sorpreso dai finanzieri mentre gestiva l’app di scommesse live “Dtmflite”. Un sistema, quello dei courtsider – ossia degli osservatori a bordo campo “armati” di dispositivi elettronici nascosti per fornire in tempo reale informazioni agli scommettitori – che spesso si mischia alla rete di disturbatori presenti sugli spalti.

LA LITE
Ma c’è chi si è ribellato ai parassiti di questo nobile sport, pronti ad alterare l’andamento di una partita con fischi, insulti e urla, per disturbare e svantaggiare l’avversario del giocatore sul quale si è puntato. Andrea Pellegrino, 28enne pugliese numero 136 del mondo, lo scorso settembre è insorto contro gli pseudotifosi che avevano preso di mira lui e la sua famiglia. Durante i sedicesimi di finale del torneo di Genova, mentre stava gareggiando con il croato Mili Poljicak (che poi aveva superato il turno), era stato provocato e insultato da un gruppo di scommettitori. La situazione era degenerata nel secondo set, con un’esultanza eccessiva dopo un errore di Pellegrino. A quel punto il giocatore biscegliese aveva reclamato l’intervento dell’arbitro: «Ma perché fai così. Fai qualcosa, non fai niente!». Di fronte all’inerzia del giudice, il tennista aveva lasciato il campo, diretto verso gli spalti. L’intervento di un membro dello staff e dell’arbitro aveva impedito il contatto diretto tra Pellegrino e i provocatori. La sorella dell’azzurro, anche lei vittima degli insulti, aveva scritto sui social un lungo post: «Succede questo. Siete una vergogna dalla testa ai piedi. Rovinate lo sport, la sana competizione e fortunatamente solo in parte il lavoro di chi è sul campo ogni giorno e prova a raggiungere i propri obiettivi perché darvi retta continuamente significherebbe dedicarvi del tempo che non meritate. Ma voi niente, scommettete in maniera del tutto malsana, cinica e ve ne fregate di tutto e tutti perché vincere qualche euro in più è molto più importante di un augurio di morte, di grave malattia o insulto di ogni tipo al giocatore e non solo… aggiungerei a tutta la famiglia, perché di messaggi ne arrivano anche a me che non sono in campo».

AGLI INTERNAZIONALI
Se prima questa pratica (diffusa in tutto il mondo) era circoscritta alle competizioni tennistiche di seconda categoria, come gli Atp Challenger Tour, ultimamente è approdata anche ai torneo della categoria 1000 (la seconda per importanza, dopo i quattro Slam). Agli Internazionali d’Italia di quest’anno, per esempio, si sono verificati alcuni spiacevoli episodi. L’australiano Alex de Minaur si è fermato per litigare con alcuni spettatori che lo avevano infastidito durante gli scambi, minacciando di abbandonare la partita. Durante i sedicesimi di finale contro Fabian Marozsan, il ceco Jakub Mensik si è lamentato di alcuni tifosi delle prime file che cercavano di disturbarlo mentre era al servizio, esultando ai suoi errori. «So che avrete notato diversi spettatori maleducati – si legge in un post della pagina dei fan di Mensik il 12 maggio scorso – Hanno insultato Jakub per tutta la partita. Jakub ha smesso di giocare per parlare con loro e li ha rimproverati. E alla fine la partita si è conclusa con la sua vittoria e un bacio d’addio».

Ancora più emblematico della gravità di questo fenomeno è quello che era successo al tennista di Torre del Greco Raul Brancaccio – 121esimo nel ranking Atp – fischiato e insultato a marzo dell’anno scorso dal suo pubblico, durante la Napoli Tennis cup Challenger 125, mentre gareggiava col francese Pierre Herbert. «Mi urlavano “fai doppio fallo, sei scarso. Mi sono giocato il punto per la bolletta (scommessa, ndr)”. Ho cercato di non dare peso a queste cose, ma ti fermi a pensare e diventa tosta, soprattutto perché è capitato nella mia città e non mi aspettavo di certo una cosa del genere». «Sinner mi ha scritto un messaggio in privato. Matteo Berrettini e tanti altri mi sono stati vicini e mi hanno spronato ad andare avanti. L’Atp – ha concluso il 28enne – deve intervenire perché non è possibile che accadano queste cose». «Un torneo così importante a Napoli e tifare contro l’unico napoletano in gara è veramente vergognoso – ha aggiunto il tennista su Instagram – solo per vincere scommesse e bollette».


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