Il romagnolo chitarrista e cantautore Davide Amati debutta sulla lunga distanza con un album omonimo improntato a un melodismo hard-rockeggiante. I quasi-anthem “Rabbit” e “Campi Elisi” procedono con un’alternanza schizoide tra power-blues alla Black Keys e una leziosità barocca da “Tempo delle mele”, mentre “Tu sei tu” inverte la sequenza: sfiora i Verdena più muliebri e poi sconfina nell’horror Black Sabbath.
Nel mezzo del disco queste due componenti tendono a slegarsi frattanto facendo largo a qualche prurigine di troppo, ma “Amore mio che fai” vanta un piccolo assolo pseudo-frippertronics, “Baby R & R” accompagna spassosamente la sua ninnananna con bolle e bollicine, “Ti amo di brutto” riecheggia un vaudeville di Charles Aznavour e “Baciarti bruciarti” è una romance bombastica alla Queen.
Seguito di “Ep #1” (2021), forte del singolo “Specchio” (2021) con Matteo Alieno personale record di click Spotify, e “Ep #2” (2022). Marchiato dalla chitarra enfaticamente cicciuta (pure epigonica) di Francesco Antinori dei Little Pieces Of Marmelade che lo trasforma da timido balladeer senza sbocchi a vitalizzato rocker privo di malizia, sfoggia nerbo, spontaneismo Neil Young-iano e un certo quale fiuto melodico, in una produzione spoglia e di quel tanto stravagante (Guido Andreani). Rovescio: testi e piglio adolescenziali da storcere il naso. Buona batteria di Giulia Formica. Accluse liner notes di pugno di Luca Damiani (Rai Radio 3).
08/08/2025