Nel 2024 circa 15mila siciliani sono emigrati, soprattutto in Europa, confermando l’isola tra le regioni italiane più coinvolte nella mobilità estera.
Nel 2024 sono stati circa 15.000 i siciliani emigrati all’estero, circa un decimo del totale nazionale. A fornire i dati è l’ultimo report della Fondazione Migrantes, che evidenzia un aumento costante dell’emigrazione dalla Sicilia, con un trend aggravato dalla crisi economica e dalla difficoltà di trovare opportunità nella regione.
In totale, lo scorso anno sono stai 156.000 gli italiani emigrati, con numeri che continuano a crescere. Non è un caso se flussi consistenti si registrino dal Sud e se proprio la Sicilia è la regione italiana con il maggior numero di iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero): oltre 826.000 siciliani residenti all’estero nel 2024.
Siciliani nel mondo, numeri e volti di una diaspora
La mappa dell’emigrazione siciliana continua a ridisegnarsi, spinta da nuove partenze, vecchi legami e una cittadinanza che si tramanda di generazione in generazione. Secondo le stime del 31 dicembre 2024, sono oltre 6 milioni e 382mila gli italiani residenti all’estero. La Sicilia, con i suoi circa 15mila espatri nel solo 2024, si conferma tra le regioni più coinvolte, dietro Lombardia e Veneto ma davanti a Campania e Lazio. Per l’isola, la mobilità verso l’estero è una storia antica, ma oggi assume forme e motivazioni diverse: meno valigie di cartone, più lauree e contratti a termine in tasca.
Il 54% degli italiani all’estero vive in Europa, come racconta l’Istat nel rapporto appena pubblicato. Germania, Svizzera, Regno Unito, Francia e Spagna sono i poli che attraggono la maggior parte dei nuovi residenti. I siciliani seguono lo stesso flusso: nel 2024, oltre 7 su 10 degli espatriati dall’Isola hanno scelto un Paese europeo.
Le motivazioni oscillano tra lavoro stagionale, stabilizzazione in settori come la sanità e l’edilizia, e opportunità universitarie o di ricerca. La Germania, che nel dopoguerra fu il simbolo dell’emigrazione operaia, oggi ospita anche giovani siciliani nel settore tecnologico e nel turismo.
America Latina, il filo del sangue
C’è poi l’altra faccia della mobilità: quella che non parte direttamente dalla Sicilia ma che ha radici siciliane profonde. Brasile e Argentina restano tra i Paesi con più acquisizioni di cittadinanza italiana iure sanguinis. Nel 2023, oltre 41mila brasiliani e circa 33mila argentini hanno ottenuto il passaporto italiano grazie alla discendenza. Molti hanno antenati arrivati proprio dai porti di Palermo e Messina nella prima metà del Novecento. A San Paolo e Buenos Aires, i consolati registrano ancora oggi numeri impressionanti: quasi 21mila acquisizioni in un anno per il primo, oltre 12mila per il secondo.
La spinta della legge AIRE
Il 2024 ha visto un aumento del 36,5% degli espatri complessivi, anche per effetto della legge che sanziona chi vive all’estero per più di dodici mesi senza iscriversi all’AIRE. La norma ha spinto molti italiani, compresi numerosi siciliani già all’estero, a regolarizzare la propria posizione. In parallelo, i rimpatri sono calati del 14,3%, segno che la crisi del mercato del lavoro interno e il costo della vita non facilitano il ritorno.
Nascite e decessi oltre confine
Nello stesso arco temporale, le nascite da genitori italiani residenti all’estero sono state oltre 27mila, due terzi delle quali in Europa. In Germania, Svizzera e Regno Unito si concentra la quota maggiore. Anche in questo caso, la componente siciliana è rilevante: i registri consolari di Londra e Zurigo riportano ogni anno decine di bambini figli di emigrati di seconda generazione originari dell’isola. I decessi, poco più di 8mila, avvengono in gran parte tra residenti in Europa, con un forte squilibrio di genere: solo un quarto riguarda donne, riflesso della storica prevalenza maschile nell’emigrazione.
La migrazione non è sempre un viaggio di sola andata dall’Italia: 49mila italiani nel 2024 si sono spostati da un Paese estero a un altro. La Spagna è la meta principale, seguita dagli Stati Uniti. Dall’Argentina arrivano molti trasferimenti verso la penisola iberica, alimentando un corridoio migratorio culturale e linguistico simile a quello storico tra Sicilia e Sud America. Per alcuni siciliani di terza o quarta generazione, il passaporto italiano non è un biglietto di ritorno in patria, ma un lasciapassare verso nuove mete europee.
Le capitali dell’emigrazione
Londra, Buenos Aires e San Paolo restano le città con la maggiore presenza di italiani. A Londra, quasi 386mila residenti sono iscritti all’AIRE; a Buenos Aires, 335mila; a San Paolo, 271mila. Molti hanno cognomi siciliani, eredità di un flusso migratorio che ha lasciato segni indelebili nei quartieri, nella lingua e nella cucina. In Europa, Zurigo, Stoccarda e Parigi sono altri nodi importanti della diaspora, con migliaia di residenti di origine siciliana.
Oggi, poco meno di un terzo degli italiani all’estero è nato in Italia. In America Latina, le percentuali scendono drasticamente: solo il 5% in Brasile e il 10% in Argentina. In Paesi come il Regno Unito o gli Stati Uniti, invece, la quota supera il 48%. Questo riflette due storie parallele: da un lato, discendenti di siciliani che vivono all’estero da generazioni; dall’altro, giovani partiti negli ultimi quindici anni. Tra i nati in Italia, l’età mediana è di 55 anni, contro i 39 di chi è nato già all’estero.
Una perdita di capitale umano per la Sicilia
Il saldo migratorio positivo per l’estero significa, per l’Isola, una perdita costante di capitale umano. Le partenze più consistenti avvengono dal Nord Italia, ma il peso dei 15mila siciliani espatriati nel 2024 è notevole in proporzione alla popolazione regionale. La metà parte dal Sud e dalle isole per raggiungere città europee dove la rete di connazionali offre un primo appoggio.
Ma la sfida resta quella di trasformare questi legami in un ponte stabile con la Sicilia, capace di riportare competenze, investimenti e storie a casa. Dietro i numeri ci sono storie personali, famiglie divise, opportunità colte e altre perse. La mobilità è cambiata, ma la spinta a partire resta forte. Per molti, il ritorno è solo un’idea lontana; per altri, la Sicilia resta l’orizzonte a cui guardare.