di
Enea Conti
Il dj e produttore discografico sul tema musicale dell’estate 2025: «Anche Gioca Jouer e People from Ibiza di Sandy Marton le definivano “usa e getta”. Vamos a la playa ha 42 anni ma sembra uscita ieri. Ora è tutto saturo»
L’estate del 2025 senza tormentoni musicali del presente ma echi continui di hit del passato. Mentre a fare da sfondo impazza la polemica sui sold out – reali o presunti – nelle arene più prestigiose del Paese il pop è orfano di hit e brani di punta. Claudio Cecchetto che ne ha lanciate tante nel passato ne è certo: «C’è troppa buona musica prodotta nei decenni scorsi. È tutto saturo».
Claudio Cecchetto, lei di tormentoni è un esperto. Che cosa è accaduto in questa estate senza hit?
«Mettiamo subito in chiaro un concetto. ‘Tormentone’ per molti ha connotazione negativa anche solo nel nome. Sfatiamo un “non mito”, i tormentoni sono in realtà bellissimi. Vere e proprie opere d’arte: è vero non ce ne sono in questa estate nel 2025 e tutti quelli che lo sottolineano hanno ragione da vendere. Il motivo però è semplice: finalmente è emerso lo stato reale delle cose».
Ovvero?
«Ovvero che ne sono stati fatti tanti. L’ultimo vero tormentone estivo credo sia “sesso e samba”, di Tony Effe e Gaia. Ne sono stati fatti tanti, il passato ci ha regalato tanta musica bella, di qualità. Difficile bissare i grandi successi del passato perché quasi sempre i tormentoni si sono rivelati evergreen. Come ‘Vamos a la playa”: sembra uscito ieri ma sono passati 42 anni e se un dj la fa partire la pista si riempie e tutti si scatenano ancora oggi».
Quando lei lanciava i “suoi” tormentoni cosa le dicevano?
«Quando uscì “People From Ibiza” di Sandy Marton tutti scommettevano: “vedrai, è la classica canzone usa e getta”. E invece no. La stessa cosa il mio “Gioca Jouer” e potrei fare tanti altri esempi. Il passato ci ha lasciato una eredità importante. Se un dj è in consolle ad una festa, da quelle più piccole a quelle più grandi, ha già un grande repertorio a disposizione, dato che non servono neppure i dischi talvolta. Non c’è dunque neppure la domanda di un tormentone e quindi manca l’offerta attuale: perché ne abbiamo tanti dal passato. Brani che hanno smentito la profezia che fossero canzoni “usa e getta”».
In tanti dicono che è l’estate ad essere passata di moda. Meglio puntare su Sanremo..
«Abbastanza vero. Ma tutto torna: se tenendo conto di un repertorio storico così importante e pesante un’artista riesce a produrre una bella canzone, e capita di rado, giustamente la lancia nel momento che ritiene più opportuno, da un punto di vista discografico e non solo».
E dell’estate dei live «sold out» veri o presunti cosa pensa?
«Credo innanzitutto che sia ad oggi una distinzione da fare: i concerti pieni di spettatori che cantano, si abbracciano e condividono un momento di gioia. E quelli che vanno ai concerti con il telefono in mano. Attivano la fotocamera, alzano il braccio e registrano tutto, perché il concerto in questione punta tutto sull’attenzione visiva e poco sul resto. Ognimodo credo che dopo il Covid le persone abbiano voluto recuperare il tempo passato a casa. Chi investe soldi sulle sue passioni musicali lo fa per i concerti perché nessuno compra più i dischi».
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11 agosto 2025
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