Una casa in Sardegna si trasforma, da ex stalla, a vera e proprio oasi di relax.

«In origine questa casa in Sardegna era una stalla per maiali, che ho rimesso a nuovo aggiungendo una zona posteriore per i locali di servizio», comincia il racconto Alberto Meda.
Era il 1972 e uno stazzu in Sardegna veniva trasformato in piccola casa di vacanze dal grande maestro del design – a cui Triennale ha dedicato una grande mostra nel 2023 – e la moglie giornalista Doia Giovanola. Oggi, a seguito di una vita, dei figli, dei nipoti, e un ampliamento della proprietà, questa ex architettura pastorale si è trasformata e ammodernata per accogliere tutti. Siamo a Rudalza, tra Golfo Aranci e Porto Rotondo, a circa 1 chilometro da mare, nella brulla campagna sarda. «Agli inizi qui facevamo una vita molto spartana, non c’erano né luce né acqua. Per i primi due anni andavo a comprare la stecca di ghiaccio in paese e la conservavo in un frigorifero che avevo portato da Milano, ma che conteneva praticamente solo quella. L’acqua l’andavo a prendere con i bidoni e la sfruttavamo al massimo, con pochi litri vivevamo in 5 o 6 persone, con un riciclo esasperato, innaffiavamo le piante con quella di scarto», continua Alberto Meda. Dopo il primo figlio, Filippo – oggi architetto e autore del recente restyling di questi ambienti – nasce Francesco – oggi affermato designer e art director di aziende come Ranieri e Fast, assieme a David Lopez Quincoces – e il papà costruisce una nuova stanza, ampliando a 10 metri il fronte della casa.

Nel living della casa ha un camino con sopra una collezione di barche che man mano Doia regala al marito Alberto Meda. A sinistra una foto d’epoca dello stazzu quando era ancora una stalla.

Foto Alberto StradaLa casa di un Compasso d’Oro, plurimo

Come a Milano padre e figli dividono lo studio, qui in questa casa in Sardegna, la famiglia si riunisce. Una casa di vacanze inizialmente per quattro persone, di 60 metri quadrati, potrebbe sembrare piccola, se non fosse perfettamente progettata da un maestro come Alberto Meda. «Avevamo delle stanzette, e mi sono inventato delle soluzioni per sopravvivere», commenta ridendo il progettista ingegnere. Meda è stato infatti per anni il direttore tecnico della Kartell dal 1973; nel 1979 si è messo in proprio cominciando una straordinaria carriera che l’ha visto ottenere diversi premi Compasso d’Oro e Reddot Design Award, tra i vari riconoscimenti internazionali. Molte le mostre a lui dedicate negli anni, dalla già citata Triennale al MoMa di New York, ma anche la sua carriera come docente e lectures a conferenze nel mondo. Un talento grande che si ritrova facilmente a proprio agio anche nel gestire questo piccolo spazio.