Iperborea, dopo aver pubblicato il romanzo del 2019 Metodi per sopravvivere (2023) di Guðrún Eva Mínervudóttir (1976), una delle più famose scrittrici islandesi contemporanee, porta in Italia anche una raccolta di racconti (cinque, per la precisione) del 2018, intitolata in italiano Reykjavík, amore. La traduzione italiana è di Silvia Cosimini, docente a contratto di lingua e letteratura islandese all’Università Statale di Milano, insignita nel 2011 del premio nazionale per la traduzione dal Ministero dei Beni Culturali, e nel 2019 del premio Orðstír dal presidente della Repubblica islandese.

Mínervudóttir, tradotta in tutto il mondo, mostra in quest’opera una scrittura schietta e profonda, che conquista facilmente il lettore. Questi racconti hanno in comune il fatto di avere ognuno una diversa protagonista femminile e sembrano ruotare soprattutto intorno a un tema, il confronto con l’altro, che esso verta su educazioni familiari diverse con un differente equilibrio tra regole, cura e autonomia, oppure sulle aspettative in una relazione e per esempio il desiderio di avere un figlio, sulla spiritualità, sullo sguardo maschile, o sulla visione del mondo in generale. “Dobbiamo frequentare persone che hanno opinioni diverse dalle nostre. Dobbiamo essere aperti. È un dovere morale”, afferma infatti Hildigunnur, protagonista del secondo racconto, Burqa di vetro, il cui titolo si riferisce a un “alto bancone a forma di L”, che la separava dai clienti, tra dolciumi e sigarette, in un chiosco in cui lavorava quando era una studentessa universitaria.

Abbiamo così in queste storie occasioni di incontro che in qualche modo cambiano o sconvolgono il quotidiano con piccole o grandi scosse: questi incontri possono confortare, come quello della cinquantenne Margrét, affetta da sclerosi multipla, con Sóti nell’ultimo racconto, La casa dei morenti, oppure far scattare strane forme di fascinazione, come in Contagio per l’ex reporter di guerra che dice di avere “schegge invisibili” nella testa e si chiede probabilmente perché sia ancora (forse, a suo dire, immeritatamente) vivo, oppure in Burqa di vetro per il mormone dai capelli rosso acceso che si chiama Austin, come la città in Texas, e precisa sempre che non si legge come la parola Ástin, ovvero “amore” in islandese (il titolo originale del libro è infatti proprio Ástin Texas; il personaggio appare anche nell’ultimo racconto della raccolta).

Ancora, nel libro parlare di incontri significa confrontarsi con le diverse età della sessualità, dalla prima volta e dalle generazioni più giovani all’età matura, con amicizie con cui ci si riesce a confidare, o che diventano qualcosa di più come per Sara in Silenzio, con la violenza domestica, alimentata anche dall’abuso di alcool, con la fallibilità delle relazioni, ma non mancano nemmeno altre tematiche, dalla malattia alla morte.

Reykjavík, amore risulta allora un bellissimo affresco appunto di strade che si incrociano, ma anche di inquietudini sottili, tra insoddisfazione, vuoti, la percezione del tempo che passa e in qualche modo il desiderio e l’attesa di un cambiamento. E sullo sfondo troviamo il mare, i ghiacciai, le fabbriche, i fiordi, le baie, le strade, le piazze, gli autobus, le auto, i taxi, luoghi e mezzi dei movimenti di vite immerse in un’Islanda splendida e glaciale, tra vento, pioggia, sole, panorami, scialli e plaid, mentre le stagioni con i loro colori sfumano l’uno nell’altra. Qui e lì poi in sottofondo c’è anche la musica, quella classica, il jazz, il blues, Bessie Smith, Sister Rosetta Tharpe, Etta James, Ella Fitzgerald, gli Steely Dan.

Questi racconti appaiono introspettivi, vividi e accattivanti: i personaggi sono tutti ben caratterizzati e descritti, ogni scenario stimola l’immaginazione, mentre gli argomenti affrontati alimentano la riflessione e c’è anche qualche piccolo colpo di scena ogni tanto, che non guasta. Un libro molto interessante per una scrittrice di grande pregio. 

Guðrún Eva Mínervudóttir (1976), è vincitrice di premi come il Premio letterario islandese, il Premio culturale DV e il Premio RÚV Writer’s Fund.