Si sono conclusi gli interrogatori davanti al giudice per le indagini preliminari, Mattia Fiorentini, nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica che sta scuotendo le fondamenta politiche e amministrative di Milano.

Nel corso della giornata sono stati ascoltati i sei indagati per i quali la procura ha chiesto l’arresto. Ora spetta al gip decidere se confermare o meno le misure cautelari. La decisione, come fatto sapere dal tribunale, arriverà “in un tempo congruo rispetto alla complessità del procedimento e alla valutazioni giuridiche ad esso sottese”.

Marinoni in silenzio: “Non c’era alcun sistema”

Il primo a comparire è stato Giuseppe Marinoni, che ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il suo legale, Eugenio Bono, ha presentato una breve memoria difensiva per spiegare la mancanza di necessità della misura cautelare: “Non ci sono episodi corruttivi di alcun tipo, chiariremo la nostra posizione nel dibattimento. Il sistema delineato dalla procura non è quello descritto nell’atto che avete letto, non c’era alcun sistema”, ha detto ai cronisti. Lo stesso Marinoni ha dichiarato ai giornalisti: “Qualora si dovesse risolvere tutto, tra cinque anni vi voglio qui anche quando le acque si saranno calmate e si saranno chiarite molte cose”.

Giancarlo Tancredi ha risposto a tutte le domande

L’assessore Giancarlo Tancredi ha risposto a tutte le domande e ha depositato una memoria. “Ci ha detto di avere chiesto una sospensione dall’incarico dirigenziale che ha in Comune”, ha detto la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano uscendo dall’aula del Tribunale sottolineando che l’ex assessore “non si è sottratto a nulla”. Siciliano ha poi aggiunto che la procura ha ribadito la richiesta di arresti domiciliari. “Noi abbiamo insistito per la richiesta di arresto”.

“Ho sempre agito nell’interesse del Comune”, ha detto Tancredi. Nel corso dell’interrogatorio, secondo quanto è trapelato, l’ex assessore non ha scaricato alcuna responsabilità sul sindaco Sala, di cui avrebbe invece difeso l’operato.

Pella ha risposto alle domande

Anche l’architetto Federico Pella ha risposto a tutte le domande del giudice per le indagini preliminari. Non solo, ha presentato una memoria difensiva attraverso il suo legale. L’ex manager della J+S, interrogato per più di un’ora, deve rispondere dell’accusa di corruzione e per lui la procura ha chiesto il carcere.

Manfredi Catella: “Ho risposto a ciò che mi è stato chiesto”

Anche Manfredi Catella ha detto di aver risposto a tutte le domande che gli sono state poste. “Ho risposto a tutte le domande e il giudice mi ha dato l’opportunità di spiegare, ho risposto come volevo, tutto quello che potevo dire l’ho detto”, ha riferito ai cronisti lasciando il palazzo di giustizia. Successivamente il fondatore e Ceo di Coima ha diramato una nota.

“Cari stakeholders, a valle della conclusione dell’interrogatorio in data odierna da parte del Giudice per le Indagini Preliminari, di seguito una breve sintesi nel rispetto di un aggiornamento regolare. In qualità di Amministratore Delegato ho deciso di rispondere a tutte le domande dell’interrogatorio del Giudice per le Indagini Preliminari. L’interrogatorio mi ha consentito di fornire tutte le risposte e tutti i chiarimenti fondamentali per una corretta ricostruzione dei fatti. Come anticipato, abbiamo provveduto insieme ai miei avvocati difensori a consegnare al Giudice una memoria, previamente condivisa anche con gli avvocati difensori di Coima SGR. La relazione messa a disposizione del Giudice è stata corredata di tutte le evidenze documentali fattuali a supporto dell’insussistenza dei presupposti dei capi di imputazione promossi dalla Procura. Inoltre, con senso di responsabilità e ferma volontà nel far prevalere innanzitutto gli interessi dell’organizzazione aziendale, nel rispetto della qualità della struttura e dei professionisti che la compongono e nel tutelare gli investitori e in generale tutti gli stakeholders di Coima, che hanno sempre fatto pieno affidamento sulla competenza di tutta l’organizzazione aziendale e sulla stabilità della sua operatività, in data 22 luglio 2025 ho proposto al Consiglio di Amministrazione di Coima SGR di rimodulare le deleghe assegnatemi in qualità di Amministratore Delegato, escludendo tutte le attività esecutive aventi ad oggetto rapporti con la Pubblica Amministrazione, ivi inclusi professionisti che rivestano anche ruoli nell’ambito della Pubblica Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione di Coima SGR. esprimendo apprezzamento, ha deliberato positivamente in tal senso. Sarà nostra premura aggiornarVi nel merito non appena il Giudice per le Indagini Preliminari scioglierà le proprie riserve. RingraziandoVi per la fiducia che ci avete espresso anche con le migliaia di messaggi di solidarietà e stima ricevuti da tutto il mondo, che alimentano la nostra determinazione nel rappresentarVi con il massimo senso di responsabilità, Vi preghiamo gradire i nostri cordiali saluti”.

Quando arriverà la decisione

È ora attesa la decisione del giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini. Il Palazzo di Giustizia, attraverso una nota firmata dal presidente del tribunale Fabio Rota, ha fatto sapere che “il giudice, all’esito degli odierni incombenti, avrà a sua disposizione il materiale probatorio raccolto dalla Procura della Repubblica di Milano nel corso delle indagini e il materiale difensivo introdotto dalle difese degli indagati, con memorie o dichiarazioni degli stessi indagati”.

Per il momento non è chiaro quando arriverà la decisione, anche perché non esiste un termine di legge. Dal tribunale, tuttavia, fanno sapere che la decisione arriverà “in un tempo congruo rispetto alla complessità del procedimento e alle valutazioni giuridiche ad esso sottese”.

“In caso di accoglimento, l’ordinanza sarà eseguita dalla procura”, hanno aggiunto da Palazzo di Giustizia. Tradotto: se le misure cautelari verranno approvate, saranno eseguite.

Cosa rischiano

L’indagine è coordinata dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini, Mauro Clerici e dall’aggiunto Tiziana Siciliano. Giancarlo Tancredi, ormai ex assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano, è accusato di corruzione, falso e induzione a dare o promettere utilità. Il rischio, nel caso di rinvio a giudizio e condanna, è di 10 anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici. Avendo presentato le dimissioni dalla sua carica, Tancredi potrebbe evitare i domiciliari in caso di conferma.

Manfredi Catella, presidente del gruppo Coima, è accusato di corruzione e falso nell’ambito di progetti come quello di Scalo Romana e Pirellino. Anche Catella rischia il carcere e l’interdizione da contratti pubblici. Verrà sentito anche Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione paesaggio accusato di corruzione e induzione a dare o promettere utilità e coinvolto, per i magistrati, nel sistema del cosiddetto ‘pgt ombra. Marinoni rischi 10 anni di reclusione e la confisca di beni. 

Altri tre i professionisti per cui la procura chiede gli arresti. Alessandro Scandurra, architetto ed ex membro della Commissione paesaggio, accusato di corruzione e falso e – sempre per i magistrati – coinvolto nelle pressioni si parere urbanistici. Federico Pella, architetto e fondatore di J+S dalla quale ha dato le dimissioni proprio ieri, accusato di corruzione e turbativa d’asta. Infine, l’ultimo della lista è Andrea Bezziccheri, imprenditore del gruppo Bluestone accusato di corruzione e falso, che in mattinata è stato rinviato a giudizio per il caso Park Towers.

Su cosa vertono le accuse

Per gli inquirenti Marinoni, con la copertura di Tancredi, avrebbe agito in una condizione di conflitto di interesse che i pm definiscono ‘totale’: il presidente della Commissione paesaggio avrebbe – secondo gli investigatori – omesso di dichiarare quei conflitti, consistiti in incarichi e consulenze presso società a cui Marinoni avrebbe prestato i propri servizi e di cui si sarebbe poi trovato a valutare i progetti. Sempre Marinoni aveva già ricevuto nel novembre 2024 un avviso di garanzia nell’ambito del procedimento. I progetti in questione sono casi in cui Marinoni si sarebbe dovuto astenere dal giudizio, cosa non avvenuta per gli inquirenti almeno in 13 occasioni che avrebbero fruttato 400mila euro: Goccia-Bovisa, Gardella 2, Palizzi 89, Pisani 16, Pisani 20, Livraghi 19, Area Santa Giulia di J+S, I portali di Gioia 20, Tortona 25, Basioni di Porta nuova 29 e Corti di Bayers per Lombardini 22.

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Per Alessandro Scandurra gli inquirenti segnalano altri nove casi di conflitto di interesse. Per lui il conto delle parcelle ricevute sfiora il milione di euro e sarebbero arrivate da Egidio holding e dal gruppo Bluestone di Bezziccheri per i progetti Hidden Garden di piazza Aspromonte, Salomone 77, Grazioli 59, Park Towers, East Town, Torre Futura di Castello Sgr (progetto licenziato dallo stesso studio Scandurra), Verziere 11 e Cavallotti 14 con Kryalos, il piano speciale di Porta Romana e Pirellino con Coima di Catella. Proprio sul Pirellino è puntata particolare attenzione degli inquirenti: il parere della Commissione paesaggio sarebbe stato dapprima negativo poi positivo, per la procura frutto di pressioni sull’ufficio da parte dei professionisti tramite Giancarlo Tancredi e con il coinvolgimento di Beppe Sala

Uffici asserviti alle utilità dei privati 

Secondo i pm, si sarebbe verificato “un allarmante predominio degli interessi privati su quelli pubblici, a causa di croniche situazioni di conflitto di interessi”. Gli elementi raccolti costituirebbero “un’ulteriore conferma della degenerazione della gestione urbanistica dell’amministrazione comunale di Milano”, con uffici “asserviti alle utilità di una cerchia ristretta ed elitaria di soggetti privati” anziché presidiare la “tutela dell’interesse pubblico”. Il risultato sarebbe stato quello di “programmi e interventi di un’imponente e incontrollata espansione edilizia della città”.