Ue: «Al lavoro con Usa per il miglior risultato sui dazi»
«L’Ue è concentrata sull’ottenere il massimo risultato positivo dai colloqui con gli Stati Uniti. Qualche settimana fa, eravamo di fronte a un dazio del 30%. Siamo riusciti a ridurlo a un tetto massimo del 15% (inclusi impegni chiari da parte degli Stati Uniti su automobili, prodotti farmaceutici e semiconduttori). Il lavoro continua». Lo scrive su X il portavoce della Commissione europea responsabile per il Commercio, Olof Gill. A Bruxelles si attende ancora il via libera di Washington alla dichiarazione congiunta sul patto di Turnberry del 27 luglio tra Ursula von der Leyen e Donald Trump.
Calo utili aziende giapponesi
Le principali aziende giapponesi quotate alla Borsa di Tokyo hanno registrato un calo degli utili del 10,2% nel periodo tra aprile e giugno rispetto allo stesso trimestre del 2024: si tratta della prima flessione in tre anni, con il settore manifatturiero che risulta particolarmente colpito dall’aumento dei dazi statunitensi. Lo rivela un’indagine pubblicata dalla società di intermediazione Smbc Nikko Securities, che segnala come il comparto in esame abbia segnato una contrazione del 22,7% degli utili netti, in particolare le case automobilistiche con un crollo del 42,1%. Poco ottimistiche anche le previsioni per i bilanci dell’intero anno fiscale che si concluderà a marzo 2026, che, in base alle previsioni fornite dalle stesse aziende, dovrebbero chiudersi in rosso; in questo caso sarebbe la prima volta in sei anni.
Cina diversifica strategia export
La competitività delle esportazioni cinesi e i crescenti legami economici con regioni come il Medio Oriente e l’Africa sono tendenze strutturali che potrebbero persistere, afferma Elke Speidel-Weiz, capo economista dei mercati emergenti presso Dws.
I prodotti cinesi, in particolare i semiconduttori, le navi e le automobili, continuano ad attrarre acquirenti desiderosi in tutto il mondo, nonostante gli elevati dazi statunitensi. Mentre la quota degli Stati Uniti sul totale delle esportazioni cinesi si è dimezzata dal 2018, mercati emergenti come il Vietnam e la Thailandia sono diventati destinazioni importanti per le merci cinesi, afferma in una nota. Tuttavia, l’aggiunta di clausole di trasbordo negli accordi commerciali potrebbe comportare dei rischi. Il Vietnam, un importante hub di riesportazione, è già finito sotto osservazione da parte degli Stati Uniti, con nuove disposizioni che prendono di mira i componenti di origine cinese.
Se altri Paesi o blocchi commerciali adotteranno misure simili, le strategie di aggiramento della Cina potrebbero essere ostacolate.
L’imposta del 50% vista dalle banche indiane
Bloomberg News ha parlato con i funzionari di cinque grandi istituti di credito indiani, i quali hanno affermato che stanno valutando le implicazioni finanziarie delle imposte punitive sui loro clienti, in particolare quelli nei settori tessile, delle gemme e della gioielleria, dipendenti dalle esportazioni. Tutti hanno parlato a condizione di anonimato, poiché le informazioni non sono pubbliche.