Nel tessuto urbano di Auburn Village, sobborgo di Melbourne noto per le sue facciate vittoriane, si staglia una figura inaspettata: Newburgh Light House, un micro-grattacielo di dieci piani che non è un mero progetto residenziale, ma una vera e propria sfida alle regole dello spazio. Il sito su cui sorge, infatti, misura appena 150 mq, confina con una stazione ed è privo di accesso stradale, con conseguenti criticità in termini di normativa antincendio, acustica, disponibilità di luce e stabilità strutturale. A confrontarsi con questo scenario complesso sono stati gli architetti dello studio locale Splinter Society, che hanno scelto di puntare su elementi modulari e prefabbricati per dare vita a una torre tanto semplice quanto funzionale e confortevole, con un appartamento per ogni livello. Le facciate nord e sud sono interamente realizzate con pannelli in vetrocemento traslucido integrati a finestre incassate apribili, soluzione che permette di ottemperare alle normative in tema di fuoco e ventilazione, preservando l’accesso alla luce naturale anche in caso di future costruzioni contigue.
Timothy Kaye
Timothy Kaye
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Una torre residenziale a Melbourne
L’involucro luminoso si comporta come una lanterna urbana: di giorno diffonde una luce morbida negli appartamenti, di notte si accende come un piccolo faro che anima il quartiere. La ricerca della luminosità prosegue anche negli interni, grazie a vetri testurizzati che si accompagnano a materiali tattili ed essenziali: pannelli in legno, piastrelle in ceramica e pietra naturale, combinati insieme con schietta eleganza, a creare un’atmosfera stratificata e dinamica.
Una torre residenziale a Melbourne
Una torre residenziale a Melbourne
Alla base della costruzione, leggera e snella, c’è un piano terra in calcestruzzo gettato in opera, scelto per la sua granitica robustezza, a prova persino di deragliamento. Qui si annida una piccola caffetteria con sedute integrate e pavimentazione in ciottoli di bluestone, che collega fisicamente il vicolo pedonale alla stazione attraverso un pattern “pixelato”, una trovata creativa da cui si evince la permeabilità visiva del lotto, nonostante la sua ridotta estensione. Il layout risponde al brief progettuale focalizzato sul mercato dei cosiddetti “leafy suburb downsizers”, utenti residenziali in cerca di soluzioni compatte, sicure e con un gusto moderno e metropolitano. Ogni appartamento è raggiunto direttamente dall’ascensore privato, rimuovendo gli spazi di circolazione superflui. Le unità sono pensate per offrire almeno due camere, bagno separato, possibilità di una terza stanza indipendente e spazi di deposito o per biciclette, che fanno sempre comodo.
Timothy Kaye
Non manca un elemento compositivo unico: l’ultimo livello ospita infatti un attico su misura, mentre un’unità duplex introduce un’accattivante variazione tipologica all’interno del rigore modulare dell’edificio. Newburgh Light House non è dunque solo un esercizio di densificazione urbana: è un esempio di minimalismo architettonico a misura d’uomo, capace di unire prestazione tecnica, confort e stile.
Elisa Zagaria è un’autrice che ha trasformato in un lavoro la sua più grande passione: cercare e inventare storie. Quelle che racconta per Elle Decor, in qualità di collaboratrice freelance, hanno per protagonisti case da sogno, personalità, eventi e luoghi simbolo del nostro tempo. E poi ci sono altre storie, in forma di romanzi e soprattutto sceneggiature, che scrive per la televisione, in attesa di diventare sufficientemente ricca da potersi comprare una di quelle case da sogno.