La presidente dell’Anpi Carmen Capatti si è spenta a 96 anni lasciando un grande cordoglio per l’intensa attività svolta in tanti settori. “Nata a Massa Fiscaglia e cresciuta in un contesto rurale – scrive il segretario del Psi, Paolo Rossi – seppe trasformare le difficoltà della sua giovinezza in una determinazione instancabile a difesa dei più deboli. Con la sua azione amministrativa e politica contribuì a cambiare radicalmente il volto dell’assistenza sanitaria e sociale, portando un approccio più umano e vicino alle persone. A Codigoro, la sua collaborazione con Riode Finessi, senatore e sindaco socialista, rappresentò una tappa fondamentale per lo sviluppo dei servizi sanitari dedicati all’infanzia. Insieme, riuscirono a garantire strutture e professionalità che evitarono a tante famiglie il peso di spostamenti lontani, assicurando cure e attenzioni di qualità ai bambini del Basso Ferrarese”. Rossi sottolinea come Carmen Capatti si batté con coraggio per la chiusura di brefotrofi e manicomi, anticipando le riforme nazionali, e promosse una visione nuova dell’assistenza agli anziani, basata sulla dignità e sul rispetto. Il suo operato ha lasciato un segno concreto: servizi più moderni, una sanità più vicina ai cittadini, e una cultura dei diritti che oggi diamo per acquisita, ma che è frutto di battaglie lunghe e non sempre facili. “La sua è la storia di chi ha creduto, e crede ancora, che la politica possa e debba migliorare la vita delle persone – conclude Rossi – il miglior modo per onorarla è ripartire dal suo esempio: mettere al centro i bisogni reali delle persone, prima di ogni calcolo e di ogni tornaconto politico”. Non meno toccante il ricordo dell’amico e professore di progettazione urbanistica all’ateneo Estense che ricorda “alcuni anni dedicai un seminario di tesi sui temi sul delta del Po ferrarese e invitai Carmen a parlare del suo delta. Divenne famosa per il suo ruolo, in quanto assessora provinciale, nel campo della riforma della psichiatria. Erano i tempi di Franco Basaglia e di Psichiatria Democratica, e Antonio Slavich, allievo di Basaglia, fu portato da Carmen a Ferrara a dirigere l’Ospedale psichiatrico, in seguito diventato sede della Facoltà di Architettura di Unife. Ricordo la sua emozione quando la portai in aula, in quell’edificio che per Lei aveva rappresentato molto. Le chiesi di parlare delle lotte per il diritto all’acqua, alla sanità. Per far capire ai nostri giovani che ciò che per loro oggi è naturale avere, una doccia nella quale lavarsi ogni giorno e un ambulatorio medico pubblico dove recarsi quando necessario, non lo era qualche decennio fa, e lo è diventato – conclude Romeo Farinella – grazie alle lotte di persone come Carmen”.
Claudio Castagnoli