Sin dall’inizio della stagione il fine settimana appena trascorso, quello del Gran Premio d’Ungheria, era segnato con un circoletto rosso da parte della Williams.
Nel corso delle ultime stagioni l’Hungaroring è sempre stata una pista indigesta alle monoposto di Grove. Prendendo in considerazione le monoposto dell’ultimo ciclo tecnico – dunque dal 2022 a quest’anno – è facile notare come mai la Williams sia riuscita a ottenere punti sulla pista che sorge nei pressi di Budapest.
Monoposto
Piloti
Risultato in Ungheria
Al netto di un avvio complesso del team nel regolamento attuale, il team diretto ora da James Vowles è oggi la quinta forza nel Mondiale Costruttori con 70 punti, 18 in più dell’Aston Martin e 19 in più di Sauber. Eppure l’Hungaroring non è mai stata una pista facile e anche quest’anno s’è rivelata indigesta.
“Budapest è sempre stata una pista difficile per il team”, ha dichiarato Carlos Sainz al termine del gran premio. “Abbiamo avuto un debriefing piuttosto lungo dopo le qualifiche perché ovviamente provengo dal team che ha fatto la pole position (la Ferrari) e sono tornato in un team che ieri era al 13° posto con me al volante”.
Carlos Sainz, Williams
Foto di: Zak Mauger / LAT Images via Getty Images
“Ho potuto fornire loro un feedback molto chiaro sul perché questa vettura sia così lenta su un circuito come questo. Ovviamente quest’anno non possiamo fare nulla, ma speriamo che in futuro questo sia un grande insegnamento per il team, affinché capisca come sviluppare la vettura di Formula 1 per avere successo ed essere competitivi anche su circuiti come Budapest o Barcellona”.
Il problema cronico è ormai evidente da diverso tempo al reparto progettazione di Grove. Le monoposto Williams non riescono a esprimersi in maniera competitiva soprattutto nelle curve lunghe – non a caso Barcellona e Hungaroring sono piste tremende per loro – e questo aspetto non dovrà essere ereditato dalla prossima monoposto, la FW48 del 2026, quando il regolamento tecnico sarà differente da quello attuale.
“Abbiamo caratteristiche aerodinamiche relativamente scarse nelle curve lunghe, dove è necessario mantenere la deportanza dall’ingresso alla metà della curva. Abbiamo difficoltà con questo tipo di situazioni. È una tendenza che va avanti da molto tempo. Ecco perché i rettilinei lunghi e le curve strette e veloci sono un vantaggio per la squadra”, ha proseguito Sainz.
“Ma al momento, quando affrontiamo le lunghe curve combinate di Barcellona, Ungheria e Qatar, la vettura fa davvero fatica. È necessario un cambiamento radicale di filosofia e di approccio progettuale per il futuro”.
“Stiamo cercando di capire dove e cosa cambiare per garantire che la vettura del prossimo anno sia un po’ più versatile e ci offra una piattaforma migliore su cui lavorare su più circuiti”.
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