Il dna di “ignoto 3” è frutto di contaminazione. Lo spiega una nota della procura di Pavia che rende noto il risultato delle analisi comparative, non previste nell’ambito dell’incidente probatorio, nelle nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi (avvenuto a Garlasco 18 anni fa) per le quali è indagato Andrea Sempio (mentre è già stato condannato in via definitiva l’allora fidanzato della ragazza, Alberto Stasi). Proprio il consulente della difesa di Stasi, il genetista Ugo Ricci, ha parlato di un “errore clamoroso”. “È preoccupante per i cittadini che possano succedere queste cose”, ha aggiunto.
La nota della Procura
“A seguito del rinvenimento di un profilo genetico sconosciuto su una garza, utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima, la Procura di Pavia ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici”, spiega la nota della procura di Pavia a proposito del risultato delle analisi comparative effettuate dai genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani. Il risultato della comparazione fatta con “preparati istologici” di cinque maschi la cui autopsia è stata fatta in concomitanza con quella di Chiara Poggi “ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E”.
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L’incarico a Cristina Cattaneo
Il dna parziale e degradato trovato sulla garza utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico nella bocca Chiara Poggi coinciderebbe quindi con quello di un cadavere sottoposto ad autopsia prima dell’omicidio della ragazza. La Procura ha pertanto affidato nuove verifiche alla antropologa e medico legale professoressa Cristina Cattaneo. In sostanza, la contaminazione sarebbe avvenuta perché le salme di un uomo morto per cause naturali e quella di Chiara Poggi sono state poste sullo stesso tavolo dell’autopsia all’istituto di medicina legale di Vigevano. Nella nota firmata dal procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, si spiega che per verificare l’ipotesi che il dna sulla garza in bocca alla vittima fosse da contaminazione sono stati analizzati dei “preparati istologici relativi a cinque soggetti di sesso maschile sottoposti ad autopsia in un lasso temporale prossimo all’esame autoptico condotto sulla salma di Chiara Poggi”.
Difesa Stasi: “In prime indagini errori idonei a revisione”
Per gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, legali di Alberto Stasi, la scoperta della contaminazione di quel Dna sulla garza usata per l’autopsia sul corpo di Chiara Poggi è uno “di questi gravissimi fatti” che “compromettono in radice le valutazioni svolte nel processo a carico di Stasi e sono già di per sé idonei ad ottenere una revisione della sua condanna”. “Come più volte ricordato dalla difesa di Stasi – spiegano i legali – la natura del Dna rinvenuto sulla garza andava verificato con estrema attenzione e anzitutto andava esclusa la contaminazione con tutti i confronti possibili”. Per i legali, “i diligenti accertamenti svolti dalla Procura di Pavia ed il relativo esito comunicato stamattina evidenziano un fatto gravissimo che, a prescindere dalle ulteriori iniziative che si valuteranno di assumere, dimostra, ancora una volta, la totale inaffidabilità degli accertamenti svolti nel 2007, che si somma a tutti gli ulteriori errori commessi ed emersi negli ultimi mesi”. Gli avvocati affermano che “chi accoglie con favore la contaminazione, dimentica che questi gravissimi fatti compromettono in radice le valutazioni svolte nel processo a carico di Stasi e sono già di per sé idonei ad ottenere una revisione della sua condanna”. Poi Bocellari e De Rensis che concludono: “La nomina della dottoressa Cattaneo, antropologa e medico legale di grandissima fama e competenza, conferma, ancora una volta, l’assoluta serietà dell’indagine in corso e la volontà della Procura di Pavia di rivedere ogni singolo aspetto di questa tragica vicenda”.