Si è riunito nella giornata di oggi, martedì 12 agosto, nell’aula magna dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, il tavolo tecnico sul virus West Nile a cui ha partecipato una delegazione del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità, insieme alla protezione civile, ai rappresentanti del Cesme – Centro di referenza nazionale per le malattie esotiche degli animali, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana, dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani e della Croce Rossa. 

A Latina un vertice con una delegazione del ministero della Salute

Il tavolo si è tenuto alla presenza della direttrice generale dell’azienda sanitaria locale di Latina, Sabrina Cenciarelli, dei rappresentanti della Direzione Salute e Integrazione sociosanitaria della Regione Lazio e della sindaca di Latina Matilde Celentano in qualità di presidente della conferenza dei sindaci sulla sanità. Un vertice importante per fare il punto sulle attività di sorveglianza e monitoraggio e sulle azioni di prevenzione per contenere la diffusione del virus, con i professionisti sanitari degli ospedali, con i Comuni e con i medici di medicina generale. L’appuntamento di oggi è stato dunque un’ulteriore tappa del lavoro di coordinamento svolto dalla cabina di regia della Regione Lazio sul virus, alla luce della diffusione di contagi che ha riguardato in particolare la provincia di Latina.

West Nile, possibile picco atteso nelle prossime settimane 

“In vista del possibile picco atteso nelle prossime settimane – si legge in una nota del ministero della Salute – si è sottolineata la necessità di proseguire e di intensificare il monitoraggio attivo e il rafforzamento delle misure di intervento nelle aree coinvolte. È stata inoltre ribadita l’importanza di un piano nazionale ispirato all’approccio One Health, fondato sulla collaborazione tra reti territoriali e istituzioni centrali, nonché tra strutture deputate alla diagnosi e alla ricerca. Ed è emersa infine l’efficacia di una comunicazione chiara, trasparente e capillare rivolta alla cittadinanza- conclude il documento- riconosciuta quale strumento strategico di prevenzione”.

Dai primi contagi in provincia di Latina alla task force della Asl

“La diagnosi precoce del primo caso registrato al Santa Maria Goretti, lo scorso 14 luglio, è stata possibile grazie alle professionalità dell’Azienda sanitaria e all’immediata applicazione del Piano regionale di sorveglianza delle sindromi neurologiche di sospetta origine infettiva, in sinergia con la Cabina di regia della Regione Lazio e con gli enti sanitari specializzati nella prevenzione delle malattie – ha spiegato la direttrice generale Sabrina Cenciarelli – La Asl ha messo in campo, oltre a una task force aziendale multidisciplinare, una risposta tempestiva e un importante sforzo organizzativo per garantire la tutela della salute pubblica e contenere il rischio di diffusione del virus, anche attraverso il raccordo costante tra le strutture di prevenzione e di igiene pubblica della Asl con i Comuni della provincia, il Consorzio di bonifica e le autorità locali”.

Il ruolo dello Spallanzani nella gestione del virus

Fondamentale, in queste settimane, il ruolo dell’istituto Spallanzani di Roma, rappresentato oggi dal dottor Francesco Vairo, direttore del Seresmi, da Fabrizio Maggi, direttore di Virologia, e da Emanuele Nicastri, direttore Malattie infettive ad alta intensità di cura, che sin dal primo giorno hanno coadiuvato le istituzioni regionali e nazionali. “Il laboratorio di Virologia – ha spiegato il dottor Francesco Vairo – ha effettuato centinaia di test, raccogliendo campioni sospetti da tutto il territorio laziale. Abbiamo formato centinaia di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti del territorio, perché il sospetto clinico da parte dei medici, che rappresentano il primo fronte, è fondamentale considerando la sintomatologia aspecifica sia in caso di semplici febbri con rash cutaneo che in caso di forme neuro invasive. La rete di malattie infettive e il sistema di sorveglianza regionale, che parte proprio dai medici di base e di pronto soccorso, sta funzionando molto bene come dimostrato dalle tante febbri da West Nile che stiamo diagnosticando. Questo sistema, così articolato ed efficace, ci permette di monitorare con attenzione i pazienti che potrebbero progredire verso forme neurologiche e di valutare l’estensione della circolazione con conseguenti interventi di controllo del vettore”. 

La raccolta e l’analisi dei campioni da parte dell’Istituto zooprofilattico

“Il coordinamento tra livelli nazionale, regionale e locale, è la chiave: solo unendo le competenze possiamo ridurre la circolazione del virus e proteggere la salute – ha aggiunto Stefano Palomba, commissario straordinario dell’Istituto zooprofilattico di Latina e Toscana – Il monitoraggio sul territorio non si interrompe mai: raccogliamo campioni, analizziamo i dati e interveniamo in maniera tempestiva: è la nostra funzione che conferma il nostro ruolo tecnico-scientifico a presidio e tutela della salute pubblica che si rafforza quando è in piena sinergia operativa con Regione, Comuni e Asl per fronteggiare tempestivamente situazioni peculiari, come quella legata al West nile virus. I dati indicano chiaramente che il sistema integrato messo in campo funziona e la tempestiva risposta operativa e finanziaria della Regione Lazio ne è prova concreta. La prevenzione, il monitoraggio e la rapidità di intervento restano fondamentali contro il West nile, un virus che ci ricorda quanto sia profonda l’interconnessione tra ambiente, salute umana e animale: solo un’autentica visione one health, fondata sulla collaborazione tra medici, veterinari, biologi ed entomologi, può garantire la prevenzione strutturale, sistemica ed efficace sul territorio”.

Foto tavolo tecnico ministero e Asl sul virus West Nile

West Nile, delegazione del ministero ricevuta in Comune

Una delegazione del ministero e dell’Istituto superiore di sanità è stata accolta e ricevuta anche nell’aula consiliare del Comune di Latina dalla sindaca Matilde Celentano che in seguito, insieme al dirigente del servizio Ambiente e alla ditta incaricata delle disinfestazioni sul territorio, ha raggiunto poi il tavolo tecnico convocato dalla Asl al Goretti. “L’obiettivo condiviso è quello di coordinare azioni efficaci e tempestive per contenere la diffusione del virus sul territorio – ha puntualizzato la prima cittadina – L’incontro di oggi simboleggia una proficua sinergia tra le diverse figure che operano sul territorio, che ha permesso di gestire nel migliore dei modi la proliferazione del virus West Nile divenendo anche un territorio virtuoso per il modus operandi adottato. Come già ricordato il Comune di Latina ha iniziato con il ciclo ordinario di disinfestazioni nel mese di aprile. Ad oggi è in corso il quarto ciclo su nove di interventi larvicidi e il terzo su quattro adulticidi. A questi si aggiungono cinquantuno disinfestazioni straordinarie nei luoghi segnalati dalla Asl di Latina in cui la ditta affidataria interviene entro 24-48 ore. Ringrazio il ministro della Salute Orazio Schillaci per la vicinanza dimostrata con i territori e tutte le figure professionali intervenute oggi, con la quale abbiamo condiviso le attività di prevenzione, contenimento e sorveglianza con nuovi stimoli per affrontare in sinergicamente la tematica”.

Le misure di contenimento del virus West Nile

Rispetto al virus le principali misure di contenimento, raccomandante dalla Regione e dalla Asl restano: la sensibilizzazione dei medici e dei veterinari del territorio; gli interventi di disinfestazione mirati nei focolai larvali di zanzara Culex pipiens (entro un raggio di 200 metri dai luoghi di sospetta circolazione virale); la costante informazione ai cittadini sull’importanza della prevenzione dalle punture di zanzara e sulla collaborazione per eliminare i focolai larvali; la valutazione di diagnosi di West Nile nei pazienti con febbre di nuova insorgenza senza causa evidente; visite cliniche sugli equidi, nonché un’attività straordinaria di sorveglianza sierologica negli allevamenti situati intorno ai focolai sospetti o confermati. Resta poi importante, per le attività di controllo del vettore, il lavoro di censimento dei corpi idrici, dando mandato alle ditte appaltatrici di provvedere a trattamenti larvicidi periodici dei corsi in cui in sia presente acqua, anche in quantità minime.