di
Valentina Iorio

La discussione è partita in Francia dove Marine Le Pen ha annunciato che, se vincerà le elezioni tra due anni, lancerà «un grande piano di climatizzazione». E si è diffusa dal Regno Unito alla Spagna. L’analisi del Wall Street Journal

Da Parigi a Londra, il caldo torrido che sta colpendo l’Europa e il ricorso massiccio ai condizionatori per far fronte alle temperature record sono al centro di un dibattito politico, che divide gli schieramenti. 

La proposta di Le Pen e il dibattito in Francia

Tutto è partito dalla Francia dove a inizio luglio la leader dell’estrema destra Marine Le Pen ha annunciato che, se vincerà le elezioni tra due anni, lancerà «un grande piano di climatizzazione» per la nazione, che mira a garantire l’aria condizionata ovunque, imposta per legge, negli spazi pubblici. «È una pessima soluzione», ha replicato la ministra dell’Energia Agnès Pannier-Runacher. «Dovremmo installare l’aria condizionata per le persone vulnerabili per dare loro un po’ di tregua, ma d’altra parte non dovremmo farlo ovunque», ha sottolineato. Il dibattito ha coinvolto anche la stampa francese. Il conservatore Le Figaro ha difeso la proposta perché «far sudare i nostri concittadini limita l’apprendimento, riduce l’orario di lavoro e intasa gli ospedali». Il quotidiano di sinistra Libération, invece ha definito i condizionatori «un’aberrazione ambientale che deve essere superata» perché emanano aria calda sulle strade e consumano energia preziosa.




















































I limiti nel Regno Unito

Un dibattito analogo ha interessato anche il Regno Unito, come ricorda il Wall Street Journal, che ha dedicato un articolo al tema intitolato «Il nuovo tema caldo nella politica europea è l’aria condizionata». A Londra, le imprese edili devono valutare soluzioni di raffrescamento passivo prima di poter installare l’aria condizionata nei nuovi edifici. A luglio il deputato conservatore Andrew Bowie ha chiesto al sindaco Sadiq Khan di eliminare «le ridicole restrizioni sui condizionatori d’aria nei nuovi edifici di Londra». «Dobbiamo abbandonare questa mentalità di povertà riguardo alla riduzione dei consumi energetici», ha dichiarato. «Il sindaco non sta vietando l’aria condizionata», ha replicato una portavoce di Khan, aggiungendo che il piano urbanistico del sindaco «raccomanda ai costruttori di installare altre forme di ventilazione nei nuovi alloggi, che aiutano a ridurre i costi energetici per le famiglie».

Il caso spagnolo

In Spagna Vox, forza politica di estrema destra, ha più volte usato i guasti ai condizionatori come pretesto per attaccare il governo spagnolo o le amministrazioni locali socialiste. La portavoce di Vox nel Consiglio comunale di Sanlúcar, Carmen Infantes, a giugno aveva denunciato la situazione «inaccettabile» della Biblioteca municipale Rafael de Pablos, rimasta senza aria condizionata. 

L’emergenza caldo

Anche se la battaglia politica talvolta può apparire strumentale, il problema da cui si è sviluppato il dibattito è serio: gran parte dell’Europa meridionale registra ormai più di due mesi all’anno in cui le temperature massime giornaliere superano i 30. Di recente l’Agenzia europea dell’Ambiente (Aea) ha evidenziato che le ondate di calore sono responsabili del 95% dei decessi causati da eventi meteorologici estremi e ogni anno costano all’Europa fino a mezzo punto percentuale di Pil.

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12 agosto 2025 ( modifica il 12 agosto 2025 | 16:59)