Dopo mesi di intense trattative, è stata trovata l’intesa tra ANASTE (Associazione Nazionale Strutture Terza Età) e le organizzazioni sindacali CSE, SNALV/Confsal e Confsal, per il rinnovo del CCNL ANASTE 2022/2025, considerato oggi il contratto leader nel settore privato delle RSA.
Dal 1° agosto 2025 scatteranno aumenti retributivi pari a 85 euro mensili sul quarto livello, parametrati proporzionalmente agli altri livelli, portando le retribuzioni ben al di sopra della media di settore e nettamente superiori a quelle applicate da altri contratti “profit”. Inoltre, verrà erogata un’indennità una tantum di 300 euro, in tre rate tra settembre e novembre 2025.
Le novità più rilevanti riguardano anche la parte normativa:
· Malattia: pagamento al 100% per i primi quattro eventi (contro il 90% e 75% precedenti).
· Comporto: aumento a 180 giorni nel triennio (140 in precedenza), con esclusione di alcune tipologie di assenza.
· Tutela lavoratori fragili: assenze mai conteggiate nel comporto e sempre indennizzate al 100%.
· Formazione: raddoppio ore obbligatorie da 20 a 40, con incremento del monte ore annuale a 190.
· Infortunio: pagamento al 100% di tutte le giornate di assenza.
· Maternità: astensione obbligatoria indennizzata al 100% a carico del datore di lavoro.
· Assistenza sanitaria integrativa: confermata e a carico dell’azienda, tramite AASSOD – REALE MUTUA.
A settembre è prevista la firma definitiva del CCNL, con ulteriori possibili miglioramenti normativi, mentre entro ottobre inizierà il tavolo per il rinnovo del triennio 2026/2028.
CSE e le altre sigle firmatarie hanno mantenuto al centro dell’attenzione le richieste concrete dei lavoratori, puntando a colmare il divario retributivo con il settore pubblico.
CGIL, CISL e UIL, invece, hanno scelto di abbandonare il tavolo di confronto, dopo mesi persi in discussioni prive di impatto diretto sulle condizioni contrattuali, rinunciando a presentare proposte concrete per la categoria.
CSE e le sigle alleate continueranno a lavorare per raggiungere l’obiettivo ambizioso – ma necessario – della parificazione retributiva tra settore pubblico e privato-accreditato, proponendo soluzioni reali e sostenibili per i lavoratori.