Dopo tre stagioni altalenanti, cala il sipario sul revival di Sex & The City. Nonostante abbia diviso i fan, dire addio a Carrie, Charlotte e Miranda lascia comunque un piccolo vuoto

Nel 1998, HBO trasmetteva per la prima volta una delle serie tv destinate a diventare un cult generazionale: Sex & The City. A dominare la scena, sfoggiando look eccentrici, eleganti e simbolo della New York bene, erano Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha. Quattro storie, quattro amiche, un solo filo conduttore: la sessualità vissuta dal punto di vista femminile. Sex & The City era sovversivo, emancipato, coraggioso e senza filtri. Un mondo in cui erano le donne a tenere le redini della propria vita, e dove le relazioni venivano scandagliate in ogni sfumatura. Pungente, riflessivo, sarcastico al punto giusto: ingredienti che, con l’arrivo di And Just Like That – revival dell’originale – sono andati in parte perduti. Nonostante ciò, le amiche – paladine dell’empowerment femminile, amanti di Manhattan e delle luci stroboscopiche della Grande Mela – hanno lasciato un segno indelebile. E ora, con l’ultima puntata della nuova stagione, dobbiamo dir loro addio. Per sempre.Foto | video

TRE AMICHE UN PO’ CONFUSE – La terza stagione di And Just Like That ha proseguito sulle stesse linee narrative deboli della prima. Carrie, Miranda e Charlotte hanno navigato in acque molto mosse, senza mai trovare una vera direzione per attraccare. I loro personaggi – un tempo impavidi, aperti, intraprendenti – hanno ceduto il passo a fragilità fin troppo marcate, imprigionate in cliché su cosa significhi essere over 50. Un vero peccato, soprattutto vedere Carrie abbandonarsi a relazioni senza arte né parte, accettando tutto senza mai ribellarsi (come nel caso di Aidan, che le chiede di aspettarlo cinque anni mentre fa il “papà presente” per un figlio instabile). E quel che è stato della giornalista più chic di New York è una protagonista pacata, più cervello che cuore, ma soprattutto… spenta. Le sue amiche non sono state da meno: Charlotte si è concentrata unicamente sulla malattia di Harry, cercando di mantenere il sorriso a ogni costo. Miranda ha esplorato la sua nuova identità sessuale. Ma nessuno di questi percorsi si è rivelato davvero incisivo o talmente d’impatto da educare le nuove generazioni, come ci si sarebbe aspettati. E la mancanza di Kim Cattrall si è sentita eccome: Samantha era brio, rivoluzione, provocazione. E la sua assenza ha lasciato un vuoto impossibile da colmare.

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LOOK CHE NON PASSANO MAI DI MODA – C’è però un aspetto da salvare: And Just Like That ha riportato in scena lo stile e il buongusto nel vestirsi. Certo, la vita delle protagoniste è talmente lussuosa da risultare quasi inaccessibile alla maggior parte del pubblico che guarda (e alcune volte questo può far storcere il naso.) Ma si sogna a occhi aperti, e si apprezza il fatto che – pur andando verso i sessanta – nessuna rinunci a outfit audaci e osé, rimanendo icone di moda e classe. Diventando la prova che – anche con l’età che avanza – non bisogna accontentarsi di un armadio troppo grigio e standardizzato. Ma anzi, ciò che si indossa è l’affermazione di ciò che si è e non va eclissato. Perché la moda, come l’amore, è linfa vitale. Benessere. Dichiarazione della propria identità e libertà di esprimersi.

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UN ADDIO CHE IN FONDO DISPIACE – Anche se And Just Like That non è stato il ritorno che i fan immaginavano, è innegabile che – al di là delle falle nella scrittura e degli intrecci poco credibili o addirittura coerenti – Carrie, Charlotte e Miranda siano diventate volti familiari. Figure rassicuranti, quasi terapeutiche. Sono parte di quelle comfort series che ci fanno sentire a casa. Le amiche che capiscono i desideri nascosti delle donne, i problemi impossibili da risolvere. Le preoccupazioni e i segreti inconfessabili che, agli occhi degli uomini, sembrano frivoli. Ma che davanti a un Cosmopolitan, nel locale più chic dell’Upper East Side, trovano ascolto, comprensione e una coccola. E l’annuncio della fine del revival lascia comunque un velo di malinconia.

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