Si torna a parlare del caso Clostebol nelle pagine del Times, famoso quotidiano britannico che ospita la disperazione di una ex ciclista britannica, Lizzy Banks, squalificata per doping e arrivata a piangere durante la finale di Wimbledon vinta da Jannik Sinner contro Carlos Alcaraz per 4-6 6-4 6-4 6-4

Lo sfogo di Lizzy Banks che coinvolge Sinner

Dopo essere risultata positiva a un controllo antidoping per la presenza di un diuretico (clortalidone), Banks non aveva ricevuto alcuna sanzione, ma dopo essere stata trascinata dalla WADA al TAS è stata squalificata per due anni: “Non riesco a spiegare quanto sia stato difficile guardare Wimbledon quest’anno. Ho visto la finale maschile e non mi aspettavo di reagire così, ero devastata. Voglio essere chiara: non credo che Sinner abbia assunto qualcosa di proposito. Anche lui inizialmente ha ricevuto una sanzione pari a zero, come me. Anche il suo caso è finito al TAS, come il mio. Ma poi a lui hanno dato una squalifica comodissima di tre mesi ed è potuto tornare a gareggiare mentre io sono stata fermata per due anni”.

Nonostante il dolore per la vicenda personale, sollevare la disparità di trattamento rispetto a Sinner non ha alcun tipo di fondamento giuridico anche perché la WADA stessa aveva chiarito dopo l’accordo con Jannik che un anno di squalifica sarebbe stato eccessivo come dichiarato dal responsabile della comunicazione della Wada, James Fitzgerald, a La Stampa: “I fatti del caso Sinner erano davvero unici e diversi da altri casi che riguardavano la somministrazione da parte del personale di supporto dell’atleta. In effetti, questo non era un caso di somministrazione diretta da parte dell’entourage dell’atleta, ma di assorbimento transdermico perché il massaggiatore dell’atleta (all’insaputa dell’atleta) aveva trattato un taglio sul dito con un prodotto contenente Clostebol. Attraverso la propria approfondita revisione del caso, la WADA ha verificato e concordato che lo scenario dell’atleta era scientificamente plausibile e ben documentato sui fatti. Tenendo conto, in particolare, del livello di gravità della violazione, dati i fatti specifici, la WADA ha ritenuto che una sanzione di 12 mesi sarebbe stata eccessivamente severa”.