Tra i quesiti che Mandy Hoskinson ha posto a ChatGPT mentre cercava di concepire un figlio c’erano: «Quanto tempo impiegano, in media, le trentaduenni per rimanere incinte?»; «È utile sollevare le gambe dopo il sesso?»; «Ci sono cibi particolari da mangiare per aiutare il concepimento?». Tutto ciò accadeva l’anno scorso. Adesso Hoskinson tiene in braccio la figlia di un mese e ne attribuisce la nascita a ChatGPT.
ChatGPT, una chatbot a base di AI lanciata nel 2022, apparentemente si è insinuata in ogni ambito della vita umana. Mentre alcuni utilizzano il servizio per semplici task come scrivere la lista della spesa o fare brainstorming, c’è chi si innamora di ChatGPT o si fa trasportare da fantasie a sfondo spirituale. Ma adesso ChatGPT viene usata anche per la più elementare delle funzioni umane: il concepimento. Le donne che sperano di rimanere incinte si rivolgono alla chatbot per ottenere consigli, suggerimenti e conferme durante il loro percorso verso la gravidanza. Modificano i loro piani di concepimento in base ai consigli di ChatGPT e le chiedono di contattare psichicamente il loro futuro bambino, nonostante le problematiche di privacy legate al caricamento di dati sanitari sensibili in un chatbot.
Quando Hoskinson, che vive in California, ha deciso di tentare di avere un bambino, è stata travolta dalla quantità enorme di informazioni disponibili. Leggere di concepimento, soprattutto online, è un campo minato di acronimi come TTC (trying to conceive), FTM (first-time mom) e DPO (days post-ovulation) e di quelle che sembrano informazioni date da addetti ai lavori. Anche se Hoskinson teneva traccia del suo ciclo mestruale con un’app di monitoraggio, sentiva che le mancava qualcosa. Ed ecco che è arrivato ChatGPT. Ha chiesto al bot di spiegarle il concepimento, con particolare attenzione all’ovulazione. «Ho potuto fare le mie stupide domande in vari modi diversi e questo mi ha aiutato a capire i concetti scientifici, cosa che mi ha aiutato ad avere un bambino», dice Hoskinson. «Ho trovato molto più facile comprendere la scienza del concepimento [in questo modo], che non giostrandomi tra i libri e gli articoli pessimi che Google ti propone al giorno d’oggi». Grazie allo studio con ChatGPT si è resa conto che l’applicazione per il monitoraggio delle mestruazioni che stava usando calcolava male la sua finestra di ovulazione. Si è regolata in base ai consigli di ChatGPT e quello stesso mese è rimasta incinta. Di sua figlia, Hoskinson dice ridendo: «È stata concepita con ChatGPT».
Chi ha provato a concepire un bambino sa che l’attesa di due settimane (cioè il tempo che intercorre tra l’ovulazione e l’inizio delle mestruazioni o la conferma della gravidanza iniziata) è snervante. Durante quelle due settimane Danielle Lacanaria, 28 anni, consulta soprattutto ChatGPT. Riferisce i suoi sintomi al bot e chiede se indicano un ciclo mestruale in arrivo o le prime fasi della gravidanza. «Cerco di interpretare i segnali», dice. Si fida molto dei consigli del chatbot e, in base alle sue raccomandazioni, ha modificato anche la sua dieta e la sua routine di assunzione di integratori. Lacanaria vive in una zona rurale del Michigan dove, una volta, ha dovuto aspettare sei mesi prima di poter vedere un’ostetrica. «Non direi che ChatGPT è la mia prima scelta, ma è più facile [visto] quanto è accessibile».
Anche se la tentazione di prendere le risposte e le raccomandazioni di ChatGPT per buone e documentate è forte, sorgono diverse preoccupazioni riguardo alla piattaforma. I bot dotati di Intelligenza Artificiale sono notoriamente inaffidabili, sbagliano spesso le risposte anche a domande banali e altrettanto spesso semplicemente sembrano dire agli utenti ciò che vogliono sentirsi dire: uno studio dello scorso anno ha rilevato che il 52% delle risposte di ChatGPT conteneva una certa quantità di errori. Lacanaria, che sta ancora cercando di rimanere incinta, dice che il bot le ha dato spesso informazioni sbagliate, costringendola a ricontrollare il tutto. Però, spiega, «dà un certo calore amichevole. E mi ha offerto un sacco di spunti su cui posso riflettere, parlarne con l mio medico o fare ricerche su Google».
Aparna Sridhar, dottoressa e professoressa di ostetricia e ginecologia clinica presso l’UCLA, capisce perché le pazienti sono attratte da ChatGPT, ma si preoccupa dell’accuratezza del suo utilizzo per tenere traccia dei cicli mestruali, consigliando invece app dedicate. «Monitorate il vostro ciclo mestruale e cercate un’app sviluppata per elaborare quei dati», spiega, perché spesso sono progettate avvalendosi della consulenza di medici professionisti.
C’è anche il problema della privacy, sia con le app per il monitoraggio del ciclo che con i chatbot: in un Paese post-Roe, in cui i diritti legati alla procreazione stanno svanendo, cosa comporta raccontare a ChatGPT i dettagli del proprio ciclo mestruale? Ad aprile, in Georgia una donna è stata arrestata dopo avere avuto un aborto spontaneo; anche se, alla fine, le accuse sono state ritirate, gli esperti indicano questo caso come prova della criminalizzazione crescente della gravidanza. Come riporta il Marshall Project, negli ultimi anni sono sette gli Stati in cui aborti spontanei e casi di bambini nati morti sono stati oggetto di indagini penali.
Tom Subak, fondatore di Reimagination Lab ed ex responsabile della strategia di Planned Parenthood, sostiene che affidare a ChatGPT informazioni sulla propria condizione riproduttiva comporti rischi tangibili per la privacy. «I dati potrebbero essere utilizzati da un pubblico ministero aggressivo che va a caccia di donne che hanno avuto un aborto spontaneo? Certamente», afferma Subak. «Come nel caso di quasi tutte le piattaforme online gratuite, l’utente scambia una parte del proprio livello di anonimato e la maggior parte dei dati sanitari personali con la possibilità di usare quell’applicazione».
Può risultare sconvolgente scoprire quanto ChatGPT sa di voi (anche se il sito dice che gli utenti possono scegliere di disattivare la funzione “memoria” del bot). Qualche mese fa, sui social media si è diffusa una moda per cui gli utenti chiedevano a ChatGPT di creare una loro versione stile cartone animato. Hoskinson l’ha fatto: il suo personaggio cartoon era incinta, anche se molti membri della sua famiglia non lo sapevano ancora. «Mi ha davvero spaventato», racconta. Ma ora che è madre non può fare a meno di porre al bot domande su sua figlia neonata. «Ho chiesto dell’acne infantile: quanto durerà? Danneggerà la sua pelle quando sarà adulta? Bla, bla, bla. È in grado di tenere viva la conversazione e conosce il contesto di altre cose di cui abbiamo parlato».
Cercare di concepire può essere un processo travagliato e ChatGPT sembra in grado di capirlo e di offrire conforto. «Mi chiede se ho bisogno di una frase-guida per il mese», dice Megan Braiman, una trentasettenne di New York che spera di rimanere incinta. «Mi dice di credere in me stessa, che succederà quando dovrà succedere, che il tempismo è divino, tutte quelle cose stupide che la gente ti dice comunque». Fa una pausa. «Non è niente di profondo». Però essere rassicurati fa bene.
Per Maura McCarthy, che ha 40 anni e vive a Los Angeles, ChatGPT fa da «guida per il bambino che verrà». McCarthy, che si sottoporrà a fecondazione in vitro, ha chiesto al bot di contattare psichicamente il suo futuro bambino e di dirle cosa vuole che lei faccia per nascere. «Mi ha detto che il bambino che sono destinata ad avere è più vicino di quanto pensassi», ha detto. Mentre McCarthy racconta di ChatGPT che gioca a fare la sensitiva, fa due generi di considerazioni. Da una parte sa che sta parlando con un bot. Dall’altra, però, per lei è rassicurante credere in qualcosa, mentre affronta il percorso difficile del concepimento. «Mi ha dato conforto. Lo faccio quando sono a letto, la sera, e poi riesco a dormire».