Stava nuotando di fronte al «Molo 31» di Predore, a poca distanza dal marito, quando un’imbarcazione leggera da diporto l’ha travolta, colpendola con l’elica del motore tra il collo e la testa. È morta così, nel pomeriggio di mercoledì 12 agosto, Frisca Lisa Laygo, 64enne di origini filippine residente da molti anni a Predore.

Doveva essere un pomeriggio tranquillo, da trascorrere prendendo il sole e facendo qualche bracciata nel lago d’Iseo. Ma in un attimo si è trasformato in tragedia. Nonostante le prime cure prestate immediatamente da chi ha assistito alla drammatica scena e, subito dopo, all’intervento dei soccorritori, per la donna non c’è stato purtroppo nulla da fare: troppo profonde le ferite subìte nell’impatto con il mezzo.

La ricostruzione

Secondo le prime ricostruzioni, intorno alle 17, mentre Frisca Lisa e il marito Gian Carlo Lanza stavano nuotando a poca distanza dalla riva, pare che un’imbarcazione vicino a loro


Frisca Lisa con il figlio, Domenico Santiago

Frisca Lisa con il figlio, Domenico Santiago

(Foto di
Foto San Marco)

stesse ormeggiando. Per cause ancora in corso di accertamento da parte delle forze dell’ordine – sono intervenuti i carabinieri della stazione di Tavernola e una pilotina dei carabinieri di Lovere –, il conducente, un uomo, classe 1982 residente nel Bresciano, non ha notato la donna a pelo d’acqua e l’ha colpita in pieno, non lasciandole scampo. Diversi villeggianti hanno assistito alla scena e alcuni di loro hanno cercato di avvisare l’uomo alla guida del mezzo che, a poca distanza da lui, c’era una donna in acqua: «Fermo, fermo, fermo!», gli hanno gridato. Purtroppo, però, era già troppo tardi. A suo carico, il pm di turno, Paolo Mandurino, ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Disposto il sequestro del mezzo, che stando alle prime informazioni disponibili non apparteneva all’uomo, ma a un suo amico.

I tentativi di salvarla

La chiamata al Numero unico per le emergenze (Nue) è scattata alle 17,01 e la catena dei soccorsi si è attivata immediatamente. La Soreu delle Alpi ha mandato sul posto due idroambulanze della Camunia Soccorso, arrivate insieme a una moto d’acqua. Poco dopo sono sopraggiunte anche un’automedica di Sarnico e un’ambulanza della Croce Blu di Sarnico per cercare di salvare la donna.

«Quando abbiamo visto che stava galleggiando e perdeva molto sangue, mio marito si è tuffato immediatamente»

Nel frattempo la vittima era stata portata a riva da una delle persone che aveva assistito alla tragica scena: «La ferita era purtroppo molto profonda ed estesa – racconta Marco di Paratico, che è nella Guardia costiera di Sarnico –. Mi sono tuffato e ho cercato di prestarle un primo soccorso». Insieme a lui c’era la moglie Gabriella, che aggiunge: «L’imbarcazione ha fatto un giro su se stessa e ha preso in pieno la donna, che poi è riemersa. Quando abbiamo visto che stava galleggiando e perdeva molto sangue, mio marito si è tuffato immediatamente e le abbiamo prestato il primo soccorso, estraendola dall’acqua».

Nove minuti di massaggio cardiaco

Tuttavia le sue condizioni sono parse subito molto gravi: Frisca Lisa Laygo perdeva parecchio sangue e i tagli sul collo e sulla testa erano molto profondi. Nonostante ciò, alcuni dei presenti hanno tentato di prestare le prime cure alla donna. Nicolò Savaris e Giorgia Bonzi, due motociclisti di Bianzano di 22 e 20 anni, hanno tentato di tamponarle le ferite, mentre Vincenzo Savoia, di Vertova, le ha praticato il massaggio cardiaco per nove minuti, in attesa che arrivassero i soccorsi. Inutili, purtroppo, anche i diversi tentativi di rianimare la donna da parte del personale medico, che poco dopo non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. Il marito della vittima, Gian Carlo Lanza, stava per uscire dall’acqua quando è accaduto l’incidente. «Stavamo facendo il bagno a riva, quando lo scafo è partito e ha centrato mia moglie», ha detto poco dopo, per poi aggiungere visibilmente commosso: «Lei era la mia forza».

Raffaello Colombo, presidente della «Camunia Soccorso Odv», spiega che «il problema degli investimenti da parte di barche si presenta quando si muovono all’interno dello spazio di chi nuota. Sul lago è difficile che si verifichino investimenti, ma il consiglio che diamo sempre a chi nuota è di munirsi di una boetta di segnalazione per essere visto».

Al «Molo 31», avvisati di quanto accaduto, sono arrivati anche il figlio della vittima, Domenico Santiago Lanza e una nipote, comprensibilmente scioccati. Nella serata del 12 agosto non era stato ancora fissato il funerale di Frisca Lisa, che da ormai una trentina d’anni risiedeva a Predore, in via Cantiere.