Il problema (irrisolto) dell’indipendenza dei “team B” in F1

È uno dei problemi ricorrenti – e tutt’ora irrisolti – della Formula 1, l’ammissibilità o meno dei team “satellite” in griglia di partenza. Una questione che più e più volte ha visto coinvolta la Red Bull e la sua squadra B di Faenza (prima Toro Rosso, poi AlphaTauri e infine oggi Racing Bulls) e che è tornata di grande attualità quest’estate, dopo che con il licenziamento di Christian Horner la squadra di Milton Keynes si è potuta in fretta riorganizzare senza rispettare il tradizionale periodo di gardening leave, promuovendo la figura di Laurent Mekies. Non senza alimentare qualche malumore nei rivali, che da anni denunciano alla FIA la necessità di vietare dei rapporti di “parentela” così stretti tra le dieci scuderie in F1.

McLaren vs Red Bull, parla Andrea Stella

A ribadire un concetto più e più volte espresso dall’amministratore delegato della McLaren, Zak Brown, è stato anche il team principal di Woking, l’italiano Andrea Stella: “È un argomento interessante e piuttosto complesso che dobbiamo stare attenti a non affrontare in modo troppo semplicistico. Certamente, la McLaren ha già spesso sollevato in passato questioni relative all’indipendenza dei team di Formula 1”. Recentemente anche la Federazione Internazionale dell’Automobile ha esplicitato la propria volontà di tenere sotto controllo la situazione introducendo in futuro dei paletti un po’ più rigidi, stringendo le maglie dell’indipendenza dei team satellite: una misura che sfavorirebbe la Red Bull che, come noto, opera un controllo totale (o quasi) sulla Racing Bulls.  

“È una questione – ha aggiunto – che deve essere discussa nel contesto della creazione di uno sport in un quadro molto solido ed equo, in modo che qualsiasi team che opera in modo completamente indipendente sia protetto dai vantaggi che derivano dalla dipendenza da altri team. La McLaren presume che le regole attuali e il modo in cui vengono applicate possano mitigare qualsiasi potenziale rischio associato ai legami tra i team, come il passaggio da un team all’altro dall’oggi al domani. Siamo però convinti che questo argomento possa essere oggetto di discussioni costruttive in futuro, per vedere se esiste un modo per affrontare il tema dell’indipendenza delle squadre in modo più maturo rispetto a quanto stiamo facendo ora”.