DOPO LA 037 C’È LA 038
A quattro anni dal debutto della EVO37, la Kimera annuncia la EVO38. Nata come evoluzione della precedente, porta la trazione integrale su un’auto che riprende le forme della mitica Lancia 037 rispondendo alla domanda: come sarebbe stata la Gruppo B degli anni’80 con la trazione integrale? L’esemplare che sarà esposto fra pochi giorni alla Monterey Car Week è quello definitivo prima della produzione ed è un vero e proprio manifesto del marchio, la prima vettura completa di tutti i pacchetti tecnici tra cui soluzioni tecnologiche ed estetiche inedite.
SOLUZIONI UNICHE
Per esempio l’albero di trasmissione centrale della trazione integrale è completamente a vista, inserito nel cristallo del tunnel al centro dell’abitacolo, la torretta del cambio è totalmente in alluminio ricavato e fresato dal pieno, il freno a mano è idraulico come sulle vetture del WRC ed ha il ripartitore di trazione sui due assi selezionabile. Ricercatezza e artigianalità dominano gli interni, dove troviamo pelle, Alcantara, cuciture a mano, alluminio fresato e carbonio. Per accendere la vettura bisogna seguire una procedura che richiama quella necessaria per avviare i motori di un elicottero da combattimento, mentre gli strumenti combinano analogico e digitale.
MECCANICA PURA
Aprendo il cofano della Kimera EVO38 si scopre il 4 cilindri di 2,2 litri che beneficia della doppia sovralimentazione del compressore volumetrico e del turbo in modo da arrivare a 600 CV. Il telaio è stato completamente ridisegnato, con gli ammortizzatori push rod e la croce della barra duomi che integra un sistema di raffreddamento del turbo che sfrutta la sovrapressione della valvola westgate. Il sistema di scarico in carbonio e alluminio prevede che la ripartizione dei gas nel sistema silenziato possa essere deviata, grazie a una valvola posizionata immediatamente dietro al turbo, verso lo scarico diretto: aprendo la valvola si può vedere la girante incadescente dal retro della vettura.
REAZIONI SINCERE
La Kimera promette che la EVO38 è in grado di trasmettere a chi guida sensazioni di purezza meccanica, quasi di “cavalcare un animale vivo, con il proprio carattere, i suoi versi e le sue espressioni”. L’obiettivo è trasmettere le reazioni dell’auto senza mediazioni a chi è al volante: per questo lo sterzo viene descritto come reattivo e progressivo e la frenata stabile e immediata.