Il Colibrì racconta la vita di Marco Carrera, un uomo che attraversa successi e tragedie mantenendo, come il piccolo uccello del titolo, un equilibrio fragile ma costante. Dopo aver perso la sorella Irene, affrontato un matrimonio fallito con Marina e cresciuto la figlia Adele, Marco trova nella nipotina Miraijin la ragione per andare avanti.
Negli anni, Marco conserva un legame platonico e costante con Luisa, il primo amore mai vissuto pienamente. Solo in età matura l’uomo scopre che lei aveva avuto una relazione con suo fratello minore Giacomo: la rivelazione non spezza il loro affetto, ma libera Marco da un vincolo emotivo rimasto sospeso per decenni, permettendogli di guardare avanti con serenità.
Ormai anziano e affetto da una malattia incurabile, Marco affronta l’ultimo tratto della sua esistenza con lucidità. Non vuole che Miraijin, giovane e piena di futuro, debba sacrificare la propria vita per assisterlo, né desidera subire le sofferenze della chemioterapia e di un lento declino. Così, sceglie consapevolmente l’eutanasia, in un atto di estrema autodeterminazione.
Il film si chiude con un’immagine di profonda pace: Marco, davanti al mare della villa di famiglia, circondato dagli affetti che hanno segnato la sua vita, saluta il mondo serenamente. La sua scelta non è vista come una sconfitta, ma come l’ultimo gesto coerente di un uomo che, nonostante le prove e i dolori, ha saputo affrontare la vita con resilienza e dignità, rimanendo, fino alla fine, “il colibrì” che resiste alle correnti. Qui, per saperne di più, trovate la nostra recensione de Il Colibrì.