di
Irene Soave
I leader Ue: d’accordo con Washington sulla tregua, sui territori si deve decidere anche con Kiev. Donald: Putin si fermi o pagherà. Gelo di Mosca
DALLA NOSTRA INVIATA
BERLINO – Un cessate il fuoco, che la Russia deve garantire prima che si giunga a un accordo. Nessuna decisione sui territori ucraini presa senza di loro. L’Europa dei «volenterosi» e Volodymyr Zelensky avrebbero ottenuto un consenso di Donald Trump su questi punti, nella maratona di tre videoconferenze indetta ieri pomeriggio dal cancelliere tedesco Friedrich Merz, che accanto aveva Volodymyr Zelensky, volato a Berlino.
Dalle parole di Trump stesso è arrivato poco dopo un vago rinforzo al moderato ottimismo europeo: la Russia, ha detto, «farà fronte a gravi conseguenze» se non accetterà di porre fine alla guerra. Ha detto di aver avuto «una conversazione molto positiva. Le darei un voto di 10. È stata molto cordiale». Ha annunciato che organizzerà un «breve secondo incontro» con Putin e Zelensky dopo il vertice. Toni diversi da giorni fa, quando un «non mi piace quel che fa Zelensky» aveva riportato la temperatura delle relazioni tra i due al gelo del colloquio-scenata di febbraio nello Studio Ovale, e fatto vaticinare al New York Times che ad Anchorage, domani, andrà in scena una «nuova Yalta», cioè una spartizione di terre «sopra la testa dell’Ucraina».
È per scongiurare questa prospettiva, del resto, che il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha indetto gli incontri di ieri. Zelensky con lui al quarto piano della Cancelleria — detto «piano segreto» — in una stanza senza finestre né telefoni. In videoconferenza prima i leader europei: Emmanuel Macron, collegato dalla sua residenza estiva di Fort Brégançon, con il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa, il premier britannico Keir Starmer, la premier italiana Giorgia Meloni, il presidente finlandese Alexander Stubb, il neoeletto omologo polacco Karol Nawrocki, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il segretario generale della Nato Mark Rutte. Dopo un’ora si è aggiunto Donald Trump: l’ultima occasione degli europei e di Zelensky, prima del vertice di domani, per chiedergli ascolto. Poi un’altra call tra i «volenterosi».
«Gli europei stanno facendo il possibile per contribuire a definire l’agenda» di venerdì, ha detto subito dopo il padrone di casa Merz. «Serve un cessate il fuoco fin dall’inizio, solo poi potrà essere tracciato un accordo, e anche Trump ne ha fatto una sua priorità». Infine «l’Ucraina è pronta a discussioni territoriali ma deve poter difendere la propria sovranità e contare sul supporto occidentale, e le negoziazioni devono avvenire su un piano transatlantico». Sulla possibilità ventilata giorni fa da Trump che Kiev si prepari a «scambiare territori» con la Russia, Merz e il britannico Starmer hanno sottolineato che «i confini internazionali non si cambiano a forza».
Zelensky ha poi parlato di «una conversazione lunga e produttiva», e della promessa di Trump di «una telefonata dopo l’Alaska». Su X ha continuato: «È stato importante sentire che l’Ucraina, tutta l’Europa e gli Usa perseguono un obiettivo comune». «Il primo obiettivo di Trump è chiedere a Putin il cessate il fuoco», ha ribadito Macron. «Le questioni territoriali sull’Ucraina possono essere negoziate solo da Kiev». La sua linea è che il vertice di domani sia da interpretare come «un bilaterale Usa-Russia, che è una buona cosa, hanno le loro questioni da affrontare». Dal sito americano Axios trapela però anche che avrebbe «indisposto» Trump notando che «un incontro è una cosa molto grande da concedere a Putin». E secondo fonti vicine a Trump citate sempre da Axios, comunque, la sua adesione è convinta sul cessate il fuoco; le decisioni sui territori, per lui, dovrebbero essere prese invece da Putin e Zelensky.
La premier italiana Giorgia Meloni, che ha partecipato a i tre colloqui, si è detta in una nota «soddisfatta dall’unità di intenti e dalla capacità di dialogo che l’Occidente sta dimostrando di fronte a una sfida fondamentale». Conclude: «È il momento di vedere in Alaska l’atteggiamento della Russia che finora non ha fatto alcun passo in avanti».
Da Mosca il portavoce del ministero degli Esteri ha definito i colloqui «insignificanti» e ha fatto presente in serata che «le condizioni della Russia per finire la guerra in Ucraina non sono cambiate», e riguardano l’abbandono totale da parte dell’esercito ucraino delle regioni occupate. Intanto proprio ieri in Donetsk l’esercito russo è avanzato ancora, costringendo il governatore ucraino della zona a chiedere l’evacuazione di 14 villaggi.
13 agosto 2025 ( modifica il 13 agosto 2025 | 23:16)
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