Dall’inizio della guerra, i paesi europei hanno speso più degli Stati uniti in appalti per la difesa militare dell’Ucraina. Fornito dall’Istituto Kiel, il dato stravolge la narrazione di Trump e dei suoi accoliti. Questi avevano pubblicamente insultato l’Ue con vari epiteti.
«Vigliacca, scroccona, parassita, profittatrice della generosità militare americana». Ora scopriamo che le cose stanno diversamente. L’Europa è diventata leader mondiale nel finanziamento della guerra in Ucraina.
Gli stranamore nostrani accolgono la notizia con maschio entusiasmo. L’Europa comincia a mostrare quelli che il Corsera ha definito «gli attributi» della sovranità. Per adesso sotto forma di denaro, ma poi bisognerà aggiungere difesa integrata, ombrello atomico comune, tecnologia bellica di avanguardia, e soprattutto «una proiezione militare credibile». In breve: la scatola degli attrezzi di un inedito imperialismo europeo, intenzionato a farsi rispettare nel mondo.
A ben vedere, il nuovo dato risolve anche una vecchia contraddizione dell’Europa unita: la pretesa di dominare i rapporti commerciali evitando però di puntare direttamente le armi in faccia alla controparte.
Un esempio fu proprio l’accelerazione che nel 2014 l’Ue impose all’Accordo di «libero scambio profondo e completo» con l’Ucraina. L’ex ministro dello sviluppo economico di Mosca considerò l’accordo «inaccettabile» per gli interessi del capitalismo russo. Altri evocarono il rischio che i capitali europei, una volta acquisita l’Ucraina, avrebbero potuto farsi strada in tutta l’area. Insomma, all’epoca l’allarme al Cremlino fu generale.
Tuttavia, Putin ci mise poco a capire che la prepotenza commerciale degli europei sul bordo del confine orientale aveva un limite intrinseco: non era accompagnata da altrettanta aggressività militare. Pochi commentatori l’hanno notato, ma questo è uno dei moventi che hanno spinto la Russia ad annettere la Crimea e preparare l’aggressione dell’Ucraina: mettere alla prova il contraddittorio imperialismo europeo, dotato di voce grossa quando si trattava di imporre i contratti ma privo di denti quando bisognava mordere il concorrente.
Ora però la situazione è cambiata. Oltre a essere il massimo creditore generale dell’Ucraina, l’Europa sta spendendo più di tutti per affondare i suoi affilati denti di guerra nel paese.
Il mutamento di scenario è evidente. Soprattutto i tedeschi, von der Leyen e Merz in testa, hanno compreso che un vero imperialismo europeo potrà affermarsi solo se camminerà su due gambe: non solo espansione commerciale ma anche proiezione bellica verso l’esterno. Le vecchie tesi di Padoa Schioppa e Prodi, sull’Europa «forza gentile» e «agente di pace» nel mondo, sembrano ormai fossili della preistoria. Del resto, il progetto di una nuova Europa guerriera trova conforto nei dati macroeconomici.
Se oggi gli Stati uniti restringono l’area di influenza militare nel mondo è solo perché il debito americano verso l’estero è tale da rendere insostenibile la proiezione imperiale di un tempo. Trump, insomma, non è certo un pacifista: è un guerrafondaio vincolato dall’enorme indebitamento americano.
Ma per l’Ue il quadro è diverso. L’Europa è creditrice netta verso il mondo. Contabilmente, è nella posizione ideale per dare inizio a una propria fase imperiale. La conquistata leadership europea nella spesa militare in Ucraina va in questa direzione.
La trattativa di pace fra Putin e Trump sull’Ucraina, che già si annuncia fragile e cinica, potrebbe dunque incontrare nell’Europa un nemico ancor più spregiudicato. Non è un caso che i governi europei siano additati da Mosca e Washington come potenziali sabotatori.
In effetti, il rischio che gli europei si mettano a remare contro la pace esiste. Non per tutelare la dignità di Zelensky, ormai problema di second’ordine. La grande tentazione è un’altra. Estromessi dal tavolo delle trattative, i leader europei potrebbero stabilire che bisogna far pesare il ruolo di massimi creditori e appaltatori militari in Ucraina. E che dunque è giunto il tempo di sancire l’esistenza di un autonomo imperialismo Ue nel mondo. Se così decidessero, solo in un modo potrebbero giungere alle sorde orecchie di Trump e Putin: rompere un’eventuale tregua ordinando ai debitori ucraini di battere un colpo, un colpo di cannone.